Scoperte pandemiche.

Dopo quasi un mese di reclusione forzata devo fare alcune considerazioni molto importanti.

1) Mi lamentavo perché ero stufo di dover sempre girare col mio pickup per lavoro. Oggi avrei voglia di riiniziare a viaggiare, stare fermi è deprimente.

2) Pensavo al futuro, a quota 100, a quando tra mille anni potrei andare in pensione e sognavo quel giorno, pur essendo conscio che non arriverà mai. Oggi spero che arrivi una nuova Fornero e che mi sposti quella data verso il 2136. Mi sono messo nei panni di “Fantozzi va in pensione”, mi è bastata questa prova, rinuncio, grazie!

3) Ultima grande scoperta: il Folletto funziona perfettamente e aspira tutto, dico TUTTO, anche a velocità uno. Perché i tedeschi hanno esagerato mettendo anche la due e addirittura la tre? La mia analisi ha stabilito che quando la donna va a velocità tre e stai guardando la televisione o non hai voglia di sentire quel rumore, lo fa per emulare l’uomo che quando il semaforo diventa verde accelera sgommando e tira la prima per duecento metri.

Vecchio comunista e vecchio democristiano di sinistra.

L’altra sera sono stato invitato dall’amico Paolo Sorbi alla presentazione del suo nuovo libro sulle “povertà”. L’incontro vedeva come relatore un giornalista locale e un politico ex comunista ora iscritto al Pd, pur ammettendo di essere stato contro la nascita del “nuovo” partito della sinistra.

“Fu un gravissimo errore, tuttavia io pur considerando la scelta sbagliata, sono nel partito, altri esultarono alla nascita ma ne sono usciti”.

Sinceramente non ho capito bene la spiegazione, tant’è che nel suo intervento per presentare Paolo Sorbi, il politico ex comunista a un certo punto ha deviato il discorso in direzione di un panegirico partitico il cui copione sembrava scritto dal fondatore del Partito Democratico più che da un suo criticissimo detrattore.

Al termine della confeenza, mentre aspettavo che Paolo firmasse i libri per poi accompagnarlo alla stazione ad attendere il Frecciarossa per Milano, ho manifestato al politico le mie perplessità sugli argomenti da lui espressi.

Non volevo polemizzare, cioè litigare, perchè quando mi trovo a discutere con qualcuno del Pd la “lite” è dietro l’angolo, perciò l’ho preso con pacatezza e con un filo di ironia, solo che quando inizio ad attaccare usando appunto l’ironia, spesso divento più cattivo che se usassi direttamente le parole che vorrei usare.

Il politico di sinistra, con mia grande sorpresa, mi ha sorriso, ha ascoltato ciò che gli dicevo. A un certo punto s’è avvicinato un anziano imbruttito dalla rabbia. Era un cattolico di sinistra. Che ha interrotto la nostra conversazione e ha detto al politico: “mi raccomando, forza, contro i razzisti!”.

Allora ne ho approfittato per provocarlo e gli ho chiesto chi fossero i razzisti.

Lui mi ha risposto “Salvini!”.

Ma va? Credevi che avessi dei dubbi? Gli ho risposto “perchè?”.

“Perchè Salvini odia i negri!”.

Volevo fargli notare che si dice “neri”, ma siccome non lo penso ho lasciato correre, però gli ho chiesto quando mai Salvini si fosse espresso in tal senso.

“Perchè è così, Salvini odia i negri”.

Avendo colto in pieno il livello culturale dell’anziano incazzato, e considerandolo una povera vittima dei media di regime, gli ho solo chiesto, e l’ho chiesto anche al simpatico politico di sinistra, se fossero a conoscenza dell’accordo dell’Italia sul MES, di cui si parla tanto in questi giorni.

“Come mai il Pd che sta poi poveri lo sostiene mentre la Lega che è razzista e brutta lo combatte? Lo sapete che si rischia un prelievo forzato sui conti correnti della povera gente?”.

Finita la discussione, Paolo aveva finito di autografare i libri, così siamo usciti e prima di andare in stazione ci siamo fermati a un bar di fronte alla stupenda chiesa dei Miracoli. Il giornalista e Paolo Sorbi hanno incalzato il politico dicendogli che ciò che aveva detto su Marx, una rilettura un po’ azzardata, non era vero.

Il politico ha sorriso ancora e ha detto: “Prima lui”, riferendosi a me “e adesso voi, mi mettete in crisi”.

Queste parole me l’hanno fatto apprezzare ancora di più, io lo conoscevo per aver letto alcuni suoi articoli sul quotidiano cittadino, al vetriolo contro il nemico, cioè la destra in generale. Credevo che l’autore fosse uno forte e “cattivo”, invece mi ha dato l’idea di essere buono e molto ma molto fragile. E molto intelligente.

Lui sorridente e in ascolto. L’anziano incazzato e arrogante.

Lui comunista e ateo. L’anziano cattolico ed ex democristiano.

Ancora una volta ho potuto verificare come sia molto più interessante e costruttivo un dialogo con l’ateo.

Perchè è evidente che non avendo Dio, le sue certezze sono dei totem che lo reggono in piedi. Se cadono quelle cade anche lui. Non esiste una logica atea, non esistono valori superiori, infatti dopo due minuti di discorso già parlava del partito, pur avendo spiegato che era contrario alla sua nascita e pure alla sua esistenza.

Il cattolico che invece sta a sinistra, poggia una spalla alla fede e l’altra al partito. Per stare in quel partito è costretto a pensare che l’avversario sia il male e che il suo partito rappresenti in un certo senso la verità, seppur parziale, perchè non gli piace “tutto”, ma siccome dall’altra parte c’è il finto cattolico, lui deve stare con quelli che almeno sono “onesti” e “hanno solo una famiglia” o cose del genere. La buttano sempre sul peccatore nemico, poi però accettano che si voti l’istigazione al peccato (vedi coppie omo, aborto ecc) con la scusa che non siamo in uno Stato etico quindi io la penso così ma non posso costringere lui a pensarla come me.

L’ateo in politica è malleabile e di fronte all’evidenza riesci a scalfire la sua visone ideologica.

Il cattolico non lo sposti di una virgola perchè la sua sicurezza poggia sulla Verità, quindi non può ammettere di aver sbagliato perchè è convinto che cambiare idea sia una bestemmia.

Lo puoi convincere solo se riesci a fargli ascoltare le tue ragioni dati alla mano, ma non riuscirai mai, perchè si rifiuta di ascoltarti. Magari dà ragione all’islamico, è più facile che si faccia parzialmente apostata piuttosto che ascolti le tue ragioni.

 

Quel che penso del “caso” Balotelli

Il 14 agosto lo sospettavo: “Ultimamente s’è convertito al politically correct con la solfa del razzismo e dei buu sugli spalti, e subito ha rifatto breccia nei cuori degli scribacchini progressoidi”. Mi autocito ma solo per ribadire quel che peno di Balotelli, potenzialmente un grande giocatore, tra i migliori al mondo se avesse rigato dritto da ragazzo. Purtroppo ha perso tanti treni, e sempre purtroppo è arrivato il treno dei “buuu”, o suoni similari che in fondo non sono altro che sfottò, oltretutto percepibili a Verona ma solo da orecchi molto fini. Balotelli ha giocato la prima partita alla quinta di campionato. Il Brescia senza di lui aveva 6 punti in quattro partite, con due vittorie esterne su tre e una sconfitta in casa dopo un secondo tempo da brividi contro il Bologna, ma in 10 contro 11 per una stupida espulsione e, insomma, ci poteva stare, ma nel primo tempo il Bologna perdeva 3-1 e sembrava che potessimo farne altri. Con Balotelli in campo il Brescia ha pareggiato una partita e ne ha perse ben 5. Quindi quale carta migliore da giocare se non quella a cui acennavo il 14 agosto? I cori allo stadio sono stupidi, non c’entra il razzismo, io ho frequentato lo stadio per decenni e le cose che i urlavano erano sfottò, sfoghi. I problemi erano altri, una volta ero con l’auto in colonna mentre passava il pullman della Lazio sulla corsia alla mia sinistra e dei “tifosi” del Brescia iniziarono a lanciare una serie di sanpietrini dal lato destro. In pratica mi volavano sopra e noi in colonna non potevamo che sperare che non sbagliassero mira. Una volta ricordo di aver assistito al pestaggio di un tifoso della Juve all’uscita di San Siro dopo quel Milan Juve 1-2 “usato” nel film di Abatantuono “Eccezziunale veramente”. Saranno stati in cinque o sei contro uno, preso a calci e pugni. Alla TV non dissero niente, quindi suppongo che se la sia cavata, ma questi erano i problemi. Se si gridavano sfottò contro i meridionali era perchè si giocava contro squadre de sud. No c’entrava il razzismo, anche contro Atalanta e Verona i cori erano offensivi ma ovviamente cambiava il testo dei cori. Allo stadio si urlava per sfogarsi e si usciva senza voce ma nessuna Procura aprì mai indagini per ndividuare chi durante un Brescia Napoli di coppa Italia (0-3 ta la nebbia) aveva urlato “Garella, putt*** tua sorella”. La frase era volgare ma simpatica. Anche perchè un tifoso ad alta voce urlò “alà, nclulat, chel le l’è Di Fusco!”. Ne seguì una grande risata, nella nebbia non si erano accorti che Garella non giocava. Oggi il politically correct ha stabilito che c’è pieno di razzisti, ovviamente per motivi politici, per contrastare chi disturba i padroni del vapore ed evocare l’allarme fascismo, argomento blando ma sempreverde della sinistra nullatenente in quanto a idee. E siccome per gli “euroinomani”, come li chiama Fusaro, questo è un periodo di mer**, si usano la Segre, vittima di una mostruosità da ragazza, e Balotelli, in quanto italiano di colore, per portare acqua al mulino radical euro arcobaleno. Preso atto che Balotelli ha fatto parlare del Brescia ma come pensavo io e non come sperava Cellino, che non ha segnato nemmeno un gol determinante e, soprattutto, che in Brescia Inter gli hanno augurato la morte e hanno insultato sua madre ma non s’è fermato e non ha lanciato nessun pallone in curva, e che ai media non importa una beata fava della signora Balotelli, confermo quanto detto in agosto. Sperando che prima o poi il calcio torni a essere uno sport e non l’ennesima colonia invasa dal pensiero unico. Aggiungo che il capo ultrà del Verona ha detto delle immani fesserie ma è altrettanto evidente che sapendo che appartiene a Forza Nuova, partito che non mi piace ma che ha sicuramente meno haters rispetto al PD i cui adepti gridano all’odio all’odio ma scrivono cose sconcertanti, i media si sono concentrati su una gara a rischio casino come Verona Brescia per cogliere la palla al balzo. Ormai vi conosciamo, ma vorrei ricordare che 1) le razze non esistono e gli unici a dirlo siamo noi cattolici che crediamo che tutti gli uomini sono fratelli che discendono da una coppia, come scritto nella Genesi. Quindi il razzismo deriva da chi nega il monogenismo e da chi dice che discendiamo dalla scimmia. 2) Chi offende un giocatore nero se lo fa con quell’intento è un cretino ma lo è anche se offende sua madre, anche se bianca. 3) Resto dell’idea che il povero Vincenzo Paparelli, ucciso 40 anni fa sugli spalti durante Roma Lazio e altre vittime morte allo stadio avrebbero preferito che i tifosi usassero la bocca piuttosto che i lanciarazzi o la violenza fisica. Detto questo, forza Mario e ricordati che lo stadio che vedi dall’attico dove abiti è stato costruito per giocare a calcio, non per piagnucolare. Dimenticavo, anche per vincere!

Ciao Cito!

Forse la sua morte e la stupenda testimonianza del suo papà faranno breccia nelle menti guidate dall’ideologia della morte. Forse i più “buoni” capiranno l’amore dei genitori e degli amici di Cito che l’hanno accudito per più di trent’anni considerandolo un uomo la cui vita era degna esattamente come quella dei portatori di morte che stanno per votare l’eutanasia di Stato. Ho conosciuto Cito, di lui potrei raccontare alcuni aneddoti, era un ragazzo deciso, molto sicuro di sè, buono e pieno di iniziativa. Ricordo un episodio che dice tutto su di lui. Una sera in montagna una nostra amica perse un lente a contatto al buio e su una strada non asfaltata. Anzi, non eravamo sicuri del luogo dove l’aveva persa, tuttavia erano le lenti rigide che costavano un sacco di soldi e bisognava in qualche modo provare a cercarla. Ma era come l’ago nel pagliaio, oltretutto, come detto, c’era buio pesto. Decidemmo di andare a casa a recuperare una torcia. A un certo punto mentre scandagliavamo la strada senza speranza, Cito, che invece continuava a cercare, mi bloccò il piede: “fermo!!”. Stavo per pestare la lente e lui l’aveva non si sa come individuata. Era da un po’ di tempo che non mi informavo sulla salute di Cito, del resto la risposta di chi andava a trovarlo spesso era sempre la stessa: “E’ là…”. Sembrava che il tempo si fosse fermato al marzo di quel 1988: Cito è stabile, non parla, non sorride, vive nel suo mondo ma i suoi genitori riescono a capire alcuni suoi segnali. Perchè il dolore innesca un supplemento di sensibilità che porta a vedere ciò che gli altri non vedono. Hector Okamoto ha dato una lezione all’Italia intera. La domanda è d’obbligo: se tutti i media tifano Bonino e Zingaretti, vogliono l’eutanasia e i diritti annessi, come mai Cito Okamoto è diventato un caso nazionale? Parlandone con un caro amico che sta scrivendo un articolo sul coraggio di Hector e sua moglie, ecco la risposta. Il papà di Cito è battezzato ma non è un cattolico praticante. La sua quindi è una testimonianza che non fa riferimento a categorie e princìpi che possono essere accettati da qualcuno e rifiutati da altri. La testimonianza di Hector Okamoto parla di una storia vera, 31 anni di vita, uno sforzo sovrumano ripagato da un amore immenso. Questa è una storia vera che nessuno può permettersi di contestare. Non esiste la scelta di Hector contrapposta a quella di Beppino Englatro, esiste la forza di Hector (probabilmente anche la fede, anche se non frequentava i Sacramenti), che tanti anni fa deve aver insegnato a Cito ad avere coraggio e a non arrendersi mai. “un giorno ti potrà succedere di trovarti al buio su una strada di montagna piena di buche e sassi e di dover cercare una briciola di plastica con una torcia. Tieni duro ragazzo, uno su mille ce la fa e quello sarai tu”.

Ignazio. Nella foto aveva 17 anni

La banda della benda.

Muore ammazzato un carabiniere ma qualcuno pensa all’assassino fotografato con una benda mentre viene interrogato.

Per Orfini la barbarie non è l’uccisione del carabiniere ma la benda all’assassino. È normale: L’accusa al carabiniere è strumentale contro il governo (ipoteticamente paga), quella all’assassino invece no (non paga, casomai porta voti alla Lega). Riassumendo, non gliene frega un’emerita fava del carabiniere, tutto ruota intorno a “conviene a me e al partito?”. Cercare i voti nelle piazze promettendo di migliorare il Paese può essere azzardato ma è “giusto”. Denunciare le storture dell’UE è sacrosanto. Il vero populismo è quello della sinistra, che conferisce valore etico non a ciò che è giusto ma a ciò che (secondo “lei”) conviene.

 

Ultime notizie estive

6 luglio, la capitana Carola impazza.

Forse il paragone Carola – Garibaldi azzardato dal vescovo di Ferrara mons. Peg Perego, non è così azzardaro. In negativo. Speriamo solo che adesso non spargano le city italiane di monumenti con Carola a cavallo. L’unica cosa vera di eventuali monumenti a Carola sarebbe la faccia: Di bronzo

4 luglio dopo l’elezione di Sassoli

Il fratello di Montalbano segretario del partito, l’ex vice direttore del Tg1 presidente del P.E. Di questo passo Marzullo sarà il candidato del Pd al Quirinale.

19 luglio. S capisce come mai dicono che le famiglie non arrivano a fine mese: hanno allungato i mesi!

Nessuna descrizione della foto disponibile.

19 luglio.

Ultime notizie. Camilleri è stato sepolto in un cimitero acattolico. Dopo essere stato celebrato da Avvenire e Civiltà Cattolica, Andrea Camilleri è stato tumulato in un cimitero acattolico. Fino all’altro ieri però era ricoverato all’ospedale Santo Spirito e pare che non se ne sia lamentato nessuno.

17 luglio. Si parla solo di Camilleri a reti unificate. Nemmeno col Papa si era arrivati a tanto.

Ultime notizie. La RAI si scusa con i telespettatori: “Purtroppo alle “Previsioni del Tempo” non potremo far intervenire Andrea Camilleri. Non abbiamo trovato suoi pronunciamenti a tal proposito”.

13 luglio

Ultime notizie. Gli americani stanno acquistando la casa editrice Panini. Dall’anno prossimo in tutte le edicole ci saranno le figurine Hot Dog.

12 luglio: Per Civiltà Cattolica Adamo ed Eva erano dei migranti. La notizia fa già ridere senza commenti.

11 luglio.

Accendo la radio, c’è la pubblicità dei commercialisti!!! Incredibile.

Non capisco la pubblicità dei commercialisti. Chiunque se potesse ne farebbe a meno, e se fare la dichiarazione dei redditi fosse semplice, i commercialisti potrebbero occuparsi di altro (di argomenti più consoni alla loro laurea) e i cittadini “toglierseli dai piedi”. Se mi fai la pubblicità dei commercialisti e mi dici che sono “utili”, allora voglio anche quella dei salumieri e dei panettieri, che secondo me sono più utili.

 

Preferisco il commissario Rex.

Accendo la TV, su RAI 2 c’è il notiziario sportivo. Andrea Camilleri (da vivo) spiega di aver scoperto il calcio a 50 anni di aver subito capito le trame del gioco (complimenti!!!). Poi sigla. Giro su RAI 3. Andrea Camilleri (da vivo) intervistato da Bianca Berlinguer, spiega i suoi pensieri notturni. Mi suona il citofono. Guardo bene il video. No, qui non ci sono repliche e poi qui il PD non è ancora arrivato. Non era Camilleri.
Ma come mai questo scrittore, famoso SOLO per aver avuto la fortuna di trovare il filone giusto con relativo successo televisivo, viene chiamato addirittura Maestro (maiuscolo)? Cosa diceva di tanto interessante? Vediamo. Indro Montanelli dava il meglio di sè nei coccodrilli e negli attacchi ai suoi “nemici”. Ma non era mai banale, lo faceva con arguzia e con quella giusta cattiveria toscanaccia, che poi era la sua caratteristica più genuina. Cosa diceva invece Andrea Camilleri di Silvio Berlusconi? In Piazza Navona, a una manifestazione dei “Girotondi” (roba da intellettuali, maestri e gente coltissmissima!!!) declamò questa “poesia”: “Ha più scheletri dentro l’armadio lui/ che la cripta dei cappuccini a Palermo/ Ogni tanto di notte, quando passa il tram/ le ossa vibrano leggermente, e a quel suono/ gli si rizzano i capelli sintetici/ Teme che le ante dell’armadio si aprano/ e che torme non di fantasmi ma di giudici in toga/ balzino fuori agitando come nacchere/ tintinnanti manette…”. Oddio è vero che certi poeti moderni sono ancora peggiori, ma chiamare Maestro (con la maiuscola) uno che non sa partorire nulla di più di uno sbrodolato collage di luoghi comuni per sputtanare l’avversario politico, ce ne passa. Non mi sembra una “cima” uno che scrive così. Vediamo cosa disse allora Camilleri di Salvini? OK, ecco: “Non credo in Dio, ma vedere Salvini impugnare il rosario dà un senso di vomito”.
Grande Maestro!!! Che finezza da intellettuale!!! Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto a Circo Massimo, su Radio Capital, Camilleri usa parole durissime per insultare Salvini e denigrare la sua scelta di affidare al rosario la passata campagna elettorale per le europee. “È chiaro che tutto questo è strumentale – tuona lo scrittore agrigentino – fa parte della sua volgarità”. (Copio dal sito de Il Giornale).
Quindi, passa a strumentalizzare papa Francesco. “Lui, che sa quello che fa, non impugna il rosario, non ne ha bisogno, sa che offenderebbe profondamente i santi”.
Quindi, riassumiamo, Papa Francesco non impugna il rosario perchè offenderebbe i santi? Sì, disse davvero così il MAESTRO (a questo punto tutto maiuscolo) Camilleri. “Più passano i giorni – incalza poi – più gli interventi di papa Francesco si fanno incisivi e precisi. È l’unico grosso uomo politico che esista oggi al mondo. Certo non è paragonabile a Tr*mp…”. TAC, stoccata finale anche contro Donald.
Rendiamoci conto che Andrea Camilleri era un mediocre personaggio, che se il personaggio Montalbano ha successo è sicuramente anche per merito dell’autore, ma ci sono migliaia di scrittori migliori di lui, magari poco celebrati perchè NON portano acqua al mulino del PENSIERO UNICO.
Insomma, un’Ave Maria per Andrea Camilleri, magari anche una decina del rosario (solo una non offenderà i santi spero!) ma siamo SERI, pace all’anima sua, si dice, ma diciamolo, umanamente si presentava come uomo mediocre. Se non fosse stato ATEO e di SINISTRA oggi nessuno lo ricorderebbe. I giovani sanno chi è Camilleri ma ignorano Guareschi ed Eugenio Corti che, rispetto a lui, erano come il Barolo delle Langhe paragonato al piscio di un asino. Forse per questo c’è tanta ignoranza in giro… EVVIVA IL MAESTRO!!! R.I.P.

PRIDE a BRESCIA

Giugno 2019, il comune di Brescia, sindaco Del Bono, dà il patrocinio al Gay Pride. Ecco nell’immagine qual è il messaggio che il Pride e Del Bono, passando alla storia, lasceranno ai posteri:

Guglielmo Zucconi.

Che sia morto Guglielmo Zucconi mi dispiace, anche se era uno che distava mille miglia dalla verità e scriveva solo sotto l’effetto dell’ideologia. Quindi una preghiera bisogna dedicargliela. Tra l’altro una volta ci ho pure “litigato”, e il botta e risposta era andato avanti un po’, poi ovviamente è inutile dialogare con chi scrive o legge Repubblica, vivono su Marte, e vabbè. Però leggere “se ne va Zucconi, maestro di giornalismo”, questa no, rispetto lui, soprattutto suo padre che era, lui sì un grande giornalista vecchio stampo, ma per favore, maestro di giornalismo ditelo a qualcun altro. Il giornalismo senza la firma di Zucconi si purifica.