Sanremo 2025

Appurato che di Giorgia, quella senza cognome, non me ne può fregare mezza mazza e che sesto è anche troppo, anzi, è un vilipendio a Jannik Sinner che a Sesto ci vive, alludo ovviamente alla frazione di San Candido, poiché non si fa altro che parlare di Giorgia ed esaltarne le virtù taumaturgiche, vorrei invece ricordare colui che è entrato in conclave già papa e, come vuole la tradizione, ne è uscito nemmeno cardinale, cioè Simone Cristicchi. Come mai? È evidente, da anni i compagni gli fanno la guerra, Simone Cristicchi ha osato parlare di Foibe, quelle buche carsiche dove i partigiani comunisti titini gettarono migliaia di italiani non graditi. Cristicchi poi è pure recidivo, infatti un paio di anni fa si schierò contro l’utero in affitto. Figuriamoci, i media di sinistra l’hanno bullizzato alla grande, insultato, gliene hanno dette di ogni. A differenza di Giorgia piagnucolante lui non ha reagito. Ma lui è un signore.

Ciò che di edificante resta del 2024

Non so se abbia un senso fare un bilancio dell’anno che volge al termine, l’unica considerazione generica che mi viene da fare è che è letteralmente volato via, ma affermare ciò è abbastanza banale, così come è banale sperare che il prossimo anno sarà migliore di quello trascorso, nessuno auspica il contrario per sé, per i propri cari e per il mondo intero. Quest’anno per me ha invece un senso ricordare i due eventi più importanti che ricorderò come verificatisi nel 2024 ma che sono fuori dal tempo, varranno per sempre, stampati nel libro dei ricordi più importanti e, pur in modo differente, tra i più belli della mia vita, due testimonianze di fede.

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