Blackout.

Semaforo rosso. Che palle, un minuto e mezzo ad aspettare, che noia! Afferro il cellulare e, per inerzia e per abitudine il dito mi finisce sull’icona di Facebook. Che cosa puoi guardare in un minuto e mezzo che ormai è diventato un minuto? Nulla. Che cosa facevo al semaforo quando non possedevo uno Smartphone? Boh, chi si ricorda! Un minuto ma non mi entra Facebook, come mai così lento? Sono preoccupato, come faccio a sapere in tempo reale che cosa ha scritto il mio amico che aveva commentato il post di una mia amica che avevo commentato anch’io, andando contro quel mio amico? Come faccio a lasciare che il semaforo diventi verde se non mi è possibile avere chiara la situazione su facebook? Il semaforo è verde, chissà cosa è successo. Per fortuna anche il semaforo successivo è rosso, io che li voglio sempre verdi e che sono solito accusarli di timidezza, “appena mi vedono diventano rossi” lamento sempre,  con un pizzico di vittimismo e mezzo pizzico di ironia. Stasera no, voglio che siano rossi perché devo assolutamente connettermi e avere sotto controllo la situazione mondiale. Se dovessi andarmene da Facebook chissà cosa accadrebbe. Io, che sono indispensabile al pianeta, decisivo nelle decisioni sullo scacchiere internazionale, come potrei mai abbandonare il pianeta al suo destino?

Nulla, il semaforo è verde ma Facebook non funziona. Anzi, ora mi ha pure sbattuto fuori e, oddio, sono due mesi che non metto la password, qual era? Dunque, questa no, era quella di 10 anni fa, poi l’ho cambiata, ma anche recentemente l’ho cambiata. Vado su Gmail, funziona, è già una bella notizia ma della mail con la password non c’è traccia. 

Ok, o è questa o quest’altra. Provo ma proprio non si riesce a entrare in Facebook. Allora decido di chiedere ai miei amici se anche a loro non funziona, ma i miei amici su WhatsApp non ci sono. Anche WhatsApp è bloccato, come faccio? Oddio, non vorrei mai che si tornasse all’inizio degli anni ’90, che in fondo avevano un loro fascino ma il computer lo usavo per giocare a Prince of Persia, non avevo la pay-tv e il massimo del passatempo casalingo consisteva nel guardare il Costanzo show fino all’una di notte. Ora Costanzo, che prima pronunciava il 70% della consonanti e il 90% della vocali, è sceso sotto la soglia di ciò che può definirsi linguaggio umano, è inascoltabile e non c’è tutte le sere, credo. Che faccio, mi guardo una trasmissione sulla politica sapendo che non potrò sfogarmi su Facebook, quindi dovrò tenermi dentro la rabbia che si accumula nel mio cervello quando ascolto per più di 30 secondi Vladimiro Guadagno che si fa chiamare Luxuria o Floris, chiedendomi se sia genitivo, ablativo o un detersivo?

È tardi, Facebook e WhatsApp non si fanno vivi, sono preoccupato e penso a cosa accadrà quando una mattina mi sveglierò, troverò tutto chiuso, social, mail, siti, e mi accorgerò che Prince of Persia non gira su Windows 11… 

 

 

La vera natura dei DEM inizia per DEM…

Da Simone Pillon:

Buon sabato a tutti, cari amici.

Biden e tutto l’apparato del pensiero unico globale si sono scatenati contro la legge texana, la cosiddetta “heartbeat law”, accusata di essere anticostituzionale e contraria ai diritti delle donne.

I giornalisti mi cercano per poter sbattere in pagina il solito pseudoPillon oltranzista e misogino, ma io non voglio fare nessuna polemica.

Mi limito ad essere contento, perchè un grande stato con un governo democraticamente eletto ha avuto il coraggio di dire davanti a tutto il mondo che se un cuoricino umano ha cominciato a battere, non è lecito per nessuno fermarlo.

A chi fa paragoni assurdi con la pena di morte o il numero di armi da fuoco in circolazione in Texas, ricordo che – ferma restando la mia assoluta contrarietà alla pena di morte – è ben diverso sotto ogni profilo giustiziare un pericoloso assassino o togliere la vita a un bambino innocente.

Per quanto riguarda le armi, il Texas nonostante la diffusione di armi vanta un tasso di crimini con armi molto basso, inferiore a quello di stati come le Hawaii o la Pennsylvania, segno che le armi sono detenute dai cittadini onesti e non dai criminali.

Certo, questa legge toglierà milioni di dollari alle cliniche di Planned Parenthood e altre altre ricche lobby abortiste, e questa – parliamoco chiaro – è la vera colpa che non le verrà perdonata.

Inoltre la norma texana (che non è certo perfetta perchè la vita come sappiamo inizia col concepimento e non dopo sei settimane), ricorda a tutti che non esistono solo i diritti degli adulti, ma anche quelli di un altro essere umano che – per quanto piccolo – c’è, esiste e ha tutto il diritto di vivere e di vedere questo splendido sole e questo magnifico cielo.

 

Shakespeare, nel “Re Lear” scrive che “Noi non veniamo dalle stelle o dai fiori, ma dal latte materno. Siamo sopravvissuti per l’umana compassione e per le cure di nostra madre. Questa è la nostra principale natura”.

L’invito e l’auspicio è che anche in Italia possiamo presto recuperare la nostra natura e l’umana compassione, e aiutiamo ogni madre e ogni padre in difficoltà a prendersi cura del loro bambino.

I Centri di aiuto alla vita fanno già oggi uno splendido lavoro.

Aiutiamoli.

Uno schema molto utile per capire cosa sta accadendo.

Noam Chomsky, uno dei piu’ importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.

 

Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.

Non foss’altro per ampliare le proprie conoscenze.

 

1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.

Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

 

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

 

3- La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

 

4- La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

 

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

 

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

 

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.

“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

 

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …

 

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

 

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Dittatura mondialista e vaccini.

L’esperimento cinese della patente etica a punti, con la scusa del virus sta prendendo piede anche in Europa. In Cina è tutto più facile, un popolo abituato a fare il soldatino, forgiato da un regime totalitario comunista, lo puoi controllare come ti pare. Qui no, ci vuole tempo, ci vogliono le finestre di Overton, la gente va catechizzata e abituata gradualmente. Se due anni fa ci avessero detto che vietare a qualcuno di entrare al cinema non è anticostituzionale, ci saremmo ribellati e pure i media avrebbero alzato il volume per tuonare contro un regime che avrebbero definito fascista. Oggi molti ritengono che sia obbligatorio vaccinarsi, che sia giusto vietare l’ingresso a chi non si è fatto la punturina. Veramente ci avevano già provato coi vaccini della Lorenzin. All’improvviso in Italia scoprimmo che se un bambino non si fosse inoculato una dozzina di vaccini taumaturgici, avrebbe dovuto dire addio all’asilo. La gente normale si chiedeva, come mai fino a ieri tutto ciò non esisteva, non c’erano allarmismi, le malattie infettive che tutti avevamo fatto da bambini, all’improvviso erano diventate pericolose, quando all’epoca, a quattro o cinque anni se un figlio si beccava il morbillo lo si teneva vicino ai fratellini (allora i figli unici erano cosa rara) per farli ammalare e immunizzare a vita? Qualcosa non quadrava, tant’è che molti si posero dei dubbi, automaticamente venne appiccicata loro sulla fronte l’etichetta “no vax”, e in alcuni casi qualcuno diventò davvero no vax, negando una verità scientifica, cioè che le ultime generazioni sono state salvate dai vaccini che hanno debellato malattie fino all’altro ieri potenzialmente mortali o invalidanti. Facendo della dietrologia di stampo andreottiano, quella che “a pensare male si fa peccato ma la si azzecca”, si potrebbe pensare che ci fosse qualcosa in vista. In particolare, di quella improvvisa imposizione di Stato, una specie di esperimento, una finestra di Overton aperta per abituare il popolo a normalizzare ciò che normale non era, mi colpì la proposta di rendere obbligatorio il vaccino contro il papilloma virus. Poi non lo diventò ma a me sembrò, come il gender, l’ennesimo attacco ai “sani princìpi”, l’ennesima banalizzazione del sesso. Già da decenni si insegnava l’uso del preservativo, ora col vaccino anti papilloma il messaggio era chiaro. Tra l’altro in entrambi i casi quel discorso portava automaticamente a prendere sottogamba mille altre patologie trasmissibili anche con quelle protezioni spacciate per taumaturgiche. Oggi in Europa, dopo l’apertura di altre finestre, ciò che ieri veniva considerato un attacco alla libertà individuale, sta diventando una giusta costrizione con la scusa, perché senza scusa non riesci a far mandare giù la pillolina, della salute. Le odierne dittature mondiali vanno di pari passo, si sviluppano con caratteristiche diverse ma il fine è lo stesso, ovvero quello di impossessarsi delle coscienze per imporre il mantra mondialista, l’etica comune a tutte le genti, la fine delle lotte religiose, qualcosa che faccia andare d’accordo tutti, ciò che molti bramavano da decenni, vedi Hans Küng per esempio, e altri pensatori e filosofi molto bravi nel voler superare lo status quo senza però offrire delle soluzioni razionali e funzionanti.

Anni fa si parlava del microchip sottocutaneo, e per farlo accettare si misero in giro notizie false che, accompagnate da altre più che vere, avevano lo scopo di ridicolizzare chi vi si opponesse, tacciandolo di complottismo. Dicevamo, come faranno a farci accettare questa strana novità? È semplice, basterebbe dire che chi accetterà il microchip e pagherà alla cassa mostrando il braccio al lettore elettronico, godrà di incredibili sconti e gli raddoppieranno i punti fedeltà. Un po’ alla volta tutti lo accetteranno. Incredibilmente è ciò che sta accadendo oggi con la green card! Ora le menti pensanti, coloro che non hanno gettato definitivamente il cervello all’ammasso, vaccinati o meno, di destra o di sinistra, in qualche modo stanno ponendo una certa resistenza. Ma domani come faremo? In Cina, dove stanno sperimentando la patente etica a punti, se tu non ti comporti come vuole il regime comunista, azzeri i tuoi crediti, ti bloccano il conto corrente, non puoi vendere e acquistare, devi imparare a mendicare, non sei più nessuno. In Europa i massoni radical comunisti ci stanno portando in quella direzione!

A proposito di vendere e comprare…

Apocalisse 13:16-18

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome”.

Tranquilli, vinceremo noi, tuttavia credo che oggi come non mai sia necessario stare molto svegli! E attenzione, perché il compimento delle profezie di Fatima e il tempo dei segreti di Medjugorje hanno a che fare con questa dittatura, la peggiore mai apparsa sulla terra, anch’essa radicata nelle stesse menti “illuminate” che diedero vita al nazismo, al comunismo e ai loro antenati culturali. Lo scopo finale del N.O.M. è la distruzione del Cristianesimo. Ogni tanto è bene ribadire che questa guerra è soprannaturale e che quando tutto sembrerà perduto ci penserà la Madonna, aiutata da un piccolo gregge, a salvare la Chiesa e la nostra civiltà.

Zan e zanzare, le insidie estive.

È iniziata l’estate, fa un caldo boia, a Radio Vaticana dicono che tra meno di 50 anni il global warming farà seccare il pianeta. 20 giorni fa c’era freddo, quindi sorge un leggero dubbio, cioè se sia il caso di cacciare i vertici di tale radio che sembra più l’organo ufficiale di Greta Thunberg, la ex studentessa assenteista famosa per aver recitato il film “Tra un po’ arriverà la pandemia e non mi cagheranno più ma era tutto deciso a tavolino”, ovviamente un tavolino ecologico costruito con materiali di riciclo.

Sono arrivate le prime zanzare, ed è arrivata anche l’ora dell’approvazione del ddl Zan, una legge onomatopeica che in nome della libertà di espressione taglierà gli articoli della Costituzione che la difendono. Volevano chiamarla Zac ma Zan pare sia un taglio più dolce.

Zan è una persona molto istruita, accogliente, inclusiva e soprattutto coerente, e lo scopo di questo articolo è quello di dimostrarlo per fare sì che cresca la stima per quest’uomo tutto d’un pezzo.

Oddio, forse si sarà espresso male, uno come lui così democratico e tollerante non potrebbe mai sostenere che se il Vaticano denuncia il tentativo di violare il Concordato, cioè un accordo tra stati è un’ingerenza, se invece alcuni stati entrano a gamba tesa su una legge ungherese che tutela i minori è un atto dovuto.

Io personalmente credo che se fossi in Lui cercherei di fare la pace con me stesso e ammetterei in pubblico di aver fallito. Credo che l’orgoglio non gli consentirà questo gesto onesto, pazienza, intanto cerchiamo di tenere duro e di fare sì che la sua legge, definita “fascistissima” in quanto molto somigliante a certe cesoie del ventennio, non passi. Presto finirà la bufera e Zan tornerà a essere la seconda parte del cognome di un grandissimo cronista sportivo, Adriano De Zan, che quando una tappa si risolveva con una volata in gruppo sparava il nome di tutti i corridori e non ne sbagliava uno. Grandi uomini hanno lavorato in RAI quando i concorsi prevalevano sulle tessere di partito. Grandi uomini sedevano in Parlamento prima dell’avvento delle deviazioni ideologiche.

Evviva evviva la coerenza!!! Leggi tutto “Zan e zanzare, le insidie estive.”

La lobby gay è contro gli omosessuali.

Se fosse tutto così normale, che bisogno ci sarebbe di costringere i passanti ad abituarsi alla visione dell’arcobaleno e della pubblicità di Netflix con relativa scritta (che non significa un bel niente)?

Si chiama dittatura del pensiero unico, imposta passo dopo passo, facendoci abituare gradualmente a tutto.

Se all’improvviso trent’anni fa ci fossimo trovati tra i piedi questa passatoia, sarebbe bastata la protesta di un passante per farla rimuovere.

Oggi, non solo i passanti se ne fregano, ma se dici qualcosa ti dicono che sei omofobo, termine molto vago e senza alcun significato razionale, usato per escludere chi dissente.

Viviamo in una terribile dittatura, talmente diabolica e talmente subdola che qualsiasi sondaggio fatto per strada direbbe che secondo il 90% degli intervistati siamo tutto sommato liberi di fare ciò che vogliamo e che la libertà di espressione è per fortuna garantita.

Molti di questo 90% risponderebbero anche che è giusto che ci siano giornate dedicate alla memoria dei genocidi, e direbbero di essere stupiti di come, durante il periodo dei lager tedeschi, la gente facesse finta di niente.

Fanno gli antifascisti, cantano Bella Ciao, organizzano le gite scolastiche ad Auschwitz, relegando un genocidio a passeggiata vacanziera ma non si accorgono di essere assuefatti a un’ideologia che potenzialmente è la più pericolosa della storia umana.

È l’ennesimo ritorno della Gnosi, ovvero del tentativo dell’uomo di sostituirsi a Dio e stabilire secondo i propri pruriti cosa sia bene e cosa male.

Questa buffonata degli arcobaleni e le sfilate dei pride, altro non sono che un attacco alla dignità delle persone omosessuali che da queste carnevalate non si sentono né rappresentate né tutelate.

Inginocchiati al nulla.

 

Una perfetta analisi di Eugenio Capozzi sul nuovo diktat del progressismo violento e ignorante.

 

In Occidente il grande circo Barnum dello sport miliardario è diventato sempre più – come altri settori dell’intrattenimento di massa – la vetrina pubblicitaria di una ipocrita, superficiale, fasulla propaganda “antirazzista”, come al solito fondata sulla auto-colpevolizzazione in blocco dell’Occidente stesso come “sistemicamente” oppressore.

Una delle più eclatanti manifestazioni di questa pantomima è la recita degli “inginocchiamenti” lanciata dai nababbi ideologizzati del football americano e del basket NBA nel 2020 per sostenere la tesi costruita a tavolino, statisticamente infondata, secondo cui la polizia statunitense sarebbe più violenta con gli afroamericani, e per sostenere un movimento di sinistra estrema chiamato Black Lives Matter, che sulla base di quella tesi, accettata come un dogma da tutti i media progressisti, ha costruito una campagna di aggressione violenta non solo alle forze dell’ordine, ma a ogni caposaldo dell’ordine liberaldemocratico e alla sua storia, minando le basi della convivenza tra le diverse culture e puntando a una vera propria guerra civile. Proprio come i “radical chic”, i ricchi borghesi infatuati delle violente “Black Panthers”, impietosamente immortalati da Tom Wolfe nel 1970. Ma con ancora maggiore arroganza, e questa volta con tutto l’establishment informativo e sportivo dalla loro parte.
L'”inginocchiamento” che tira la volata agli estremisti illiberali si è diffuso così a macchia d’olio – per imitazione sciocca, condizionamento sociale e ricatto mediatico – a molti altri sport, tra i quali non poteva mancare il calcio, sempre più dominato da una untuosa retorica politically correct che nasconde gli interessi di potentati e regimi che con libertà e uguaglianza non hanno nessuna familiarità (come i petrodollari del Qatar, prossimo organizzatore dei Mondiali, tanto per citarne uno). E non poteva che mietere successi in un’Europa sempre più conformista e odiatrice delle proprie radici. Pronta a indignarsi per presunti soprusi verso i neri d’America, la minoranza etnica oggi meglio integrata e più tutelata nel mondo, mentre fa finta di ignorare il razzismo vero, violento, assassino oggi nel mondo: come quello del regime cinese verso gli Uiguri e i tibetani, o quello degli integralisti islamici verso i cristiani e gli ebrei in Africa, in Medio Oriente e nello stesso Vecchio continente.
I calciatori europei che si inginocchiano, contro la propria civiltà – che è l’unica che lo schiavismo e il razzismo li ha combattuti e banditi – sono ignoranti e conformisti, seguono la corrente senza sapere nemmeno il significato di quello che fanno. Che ci siano anche in Italia, e che i media più ignoranti e conformisti di loro, li appoggino, e cerchino di criminalizzare ridicolmente chi non si piega a questa messinscena, addolora ma purtroppo non stupisce, visto il contesto e i precedenti. Tanto più va allora reso onore a chi, tra gli atleti italiani e di altre nazioni, non si conforma, e resta in piedi mantenendo il proprio spirito critico, la coscienza della propria libertà, la propria dignità, il senso della decenza.

Solo “rovescio” poco “diritto”.

Stavo ascoltando con curiosità la trasmissione di Rete 4 di Paolo Del Debbio. Si parlava di Islam e sottomissione delle donne. Ospite la solita nome arabo con l’aggiunta di “Murgia”, probabilmente il cognome del marito. Daniela Santanchè e Giuseppe Cruciani insistevano nel dire che nel Corano c’è scritto tutto ciò che poi avviene nella realtà e che non si tratta di maschilismo o femminicidi ma di messa in pratica di ciò che è detto nel libro sacro dell’Islam. Lo confermano le interviste fatte in tutte le salse, è inutile nasconderlo, mille mila intervistati dicono che è giusto uccidere perché lo vuole Allah, è inutile barare. Ovviamente chi mente sostenendo che non è vero, cerca di imputare all’ignoranza di chi vive nelle zone rurali ogni violazione dei diritti umani. Lo fanno per mestiere anche contro quei cattolici che non si “aggiornano” e continuano imperterriti a credere. Cruciani si porta appresso il Corano e dice che è tutto scritto lì.

E allora ecco l’intervento del solito deputato del PD, tale Andrea Romano, che estrae dal cilindro la solita balla: “Anche nella Bibbia si invita alla violenza…” e ripete a memoria un passo del Levitico in cui si dice che se un uomo va con un uomo deve essere messo a morte.

La Santanchè gli risponde che nella Chiesa Cattolica esiste una gerarchia, c’è un’interpretazione e… basta.

Ma come, basta questo? Ovvio, per semplificare, ma manca tanto, per esempio:

1) Il Cristianesimo NON è una religione del libro, le Sacre Scritture NON vanno prese alla lettera.

2) 2000 anni fa nacque Gesù Cristo e con lui il Vangelo. Noi cristiani non siamo vincolati a nessun precetto che prescinda dal Vangelo. Gesù ha dato pieni poteri a Pietro, tutto quel che legherai e scioglierai sulla terra lo sarà anche in cielo. Altro che Levitico!!

3) Chi segue pedissequamente certe regole non sono i cristiani ma gli ebrei, che tuttavia non hanno mai predicato la violenza.

4) Chi accusa coloro che seguono le regole del Levitico è antisemita, perché significa screditare e deridere quelle che per noi sono regolette assurde, vedi la serie di disposizioni alimentari che con Cristo vengono chiarite e abolite. Perché questi signori invece di studiarsi a memoria un pezzettino di Bibbia non si sforzano di comprendere ciò che ripetono a vanvera?

5) Spesso si accusa la Chiesa di essere un monolite antidemocratico, si cerca di demolire il primato petrino perché negherebbe la libertà e non metterebbe la Chiesa in contatto coi cambiamenti della società. Ma abolire le gerarchie significherebbe dar ragione alle farneticazioni di Romano. Noi crediamo in Dio fatto Uomo, morto per salvare l’uomo e risorto il terzo giorno. Se venissero spazzate vie tutte le copie esistenti al mondo delle Scritture, rimarrebbe il cuore della nostra che non è una religione ma un evento: la venuta di Gesù per salvarci. Il resto, ciò che è venuto prima, va letto alla luce di ciò che è stato rivelato poi.

6) L’Islam nasce sei secoli dopo Cristo, non è una religione di origine divina, infatti il suo fondatore non ha mai detto di essere Dio. Si fonda sul Corano, si è espansa con le guerre, non ha un interprete accreditato dall’alto per spiegare le sure del Corano. Ciò che è scritto è sacro e chi lo dissacra viene ucciso.

A un certo punto la signora dal nome arabo seguito da “Murgia”, imbeccata da Daniela Santanchè che tira in ballo la poligamia, afferma: “e che c’è di male, se le donne sono consenzienti va bene anche la poligamia”.

Qui casca l’asino ma credo che NESSUNO se ne sia accorto, perché Del Debbio stava interrompendo la discussione. Di fatto la signora Murgia (ormai diventato un cognome tanto ricorrente quanto inquietante in TV) stava dicendo che la legge italiana NON conta.

Nessuno le ha detto che la poligamia è REATO.

Nessuno domani protesterà.

Nessuno avrà da ridire e alla prima occasione una squadra di telecomandati si farà il segnetto rosso sul viso spiegandoci che bisogna combattere la violenza sulle donne.

È vero che il testimonial n.1 del calcio italiano s’è comprato due figli, sottraendoli in cambio di denaro alle loro madri, quindi io problema non è solo dell’Islam ma anche dei nostri progressisti, quindi la posizione di Romano è coerente con una visione perversa della realtà, ma è altresì vero che il silenzio assordante di chi non si degnerà di un’alzata di voce per urlare a questa signora dal nome islamico seguito da Murgia che NON può stare in Italia chi difende la poligamia, è la vera causa di tutti i cosiddetti femminicidi e della morte della ragazza uccisa perché non accettava i diktat della famiglia, e della povera Hina Salem, ricordata da Daniela Santanchè: “Quando andai a casa sua (a 500 m da qui) mi colpì la madre, che non era per niente triste per la perdita della figlia, e ogni volta che mi doveva dire qualcosa, prima guardava il figlio e il marito quasi per averne l’approvazione”.

Ecco caro onorevole Romano del PD, se non ci fosse differenza tra Cristianesimo e Islam, non le converrebbe incontrarmi per strada. Per sua enorme fortuna nessun cristiano la tratterà come dovrebbe per darle ragione.

 

 

La cosca.

Come funziona la CUPOLA: Dici che a Budapest c’erano 60.000 tifosi e siccome Budapest è in Europa ma altrove gli stadi sono tenuti vuoto per 3/4… sarà perché hanno Orban e non la mafia… Sospeso una settimana.

Mafiosi! La verità fa male eh?