Perchè fu ministro? Ecco!

MAGIA e OLISMO. E’ anche sul libro degli amici di Soros, insieme ad altri parlamentari di sinistra. Vi basta? NO. OK, allora ripeto, MAGIA e OLISMO (New Age… varie pratiche che la Chiesa considera, giustamente sataniche…).

Mario Giordano, giornalista noto per la sua lotta agli illeciti privilegi della casta, è sempre a contatto col popolo.

Questa volta, l’intervento che riportiamo, non è estrapolato da uno dei talk show da lui frequentato, ma dalla sua rubrica Posta Prioritaria.

Com’è solito fare, risponde alla missiva di una lettrice.

Caro Mario Giordano, Cécile Kyenge è tornata alla ribalta in questi giorni dopo mesi di silenzio. Di lei so che è del Katanga, che ha più di trenta fratelli, è oculista, è figlia di un capo tribù un po’ mago, che insieme alla madre, ha qualche matrigna, come si usa laggiù nel Congo.

Entrata nel Pd, dopo essere stata ministra ora è europarlamentare. Ma confesso di non conoscere il risultato dell’opera della Kyenge nel suo percorso di ministra ed europarlamentare. Cos’ha fatto finora per il popolo italiano?
Piera Murgia-Milano

E lui risponde:
Cara Piera, nel caso le fosse sfuggito il bel pezzo del collega Marco Gorra sul tema, le riassumo brevemente la sua carriera politica. Dopo aver fondato nel 2002 l’associazione interculturale Dawa (in lingua swahili: magia, medicina, star bene), con lo scopo di “promuovere la conoscenza reciproca delle culture e sviluppare percorsi di sensibilizzazione, integrazione e cooperazione tra l’Italia e l’Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo”, nel 2004 viene eletta in una circoscrizione del Comune di Modena per i Democratici di Sinistra, poi diventa responsabile del Forum della Cooperazione Internazionale e dell’Immigrazione e nel 2009 viene eletta consigliere provinciale di Modena, quindi cooptata nel partito nazionale per occuparsi di politiche dell’immigrazione (è ovvio).

Viene eletta alla Camera nel 2013: la sua prima proposta di legge riguarda (è ovvio) il diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati. Quando Enrico Letta diventa premier, ecco l’idea geniale: il primo ministro nero nella storia della Repubblica (è ovvio). Così la Kyenge si trova a far parte del governo: una specie di miracolo in salsa buonista che non produce grandi effetti sul piano pratico (non si ricorda alcun provvedimento) ma straordinari sul piano mediatico, grazie alla grancassa compiacente (è ovvio).

Memorabili le sue baruffe con la Lega e con Calderoli in particolare che ebbe nei suoi confronti parole non proprio gentili (è ovvio). Anche il marito della Cécile, va detto, non è stato molto tenero con lei. Per tutta compensa è stato cacciato (è ovvio) dal Consorzio attività produttive della Provincia di Modena, consorzio casualmente presieduto da un esponente del Pd. Quando Letta è caduto, Renzi l’ha spedita a Strasburgo dove è diventata, tra le altre cose, esperta dell’“approccio olistico al fenomeno migratorio”.

E con questo, ringraziando ancora il collega Gorra per la collaborazione, penso di aver risposto alla sua domanda, cara Piera. Che cosa ha fatto la Kyenge per il popolo italiano? Nulla. È ovvio.

 

Fonte: Libero

Sanremo 2019

Mahmood l’ho visto scrivere Mammut, Mammod, Mammhut. E qualcuno ha pure detto “che c’è di male, Mohamed è italiano”. C’è di male che hai sbagliato anche tu il nome. Io non dico che non sia italiano, ci mancherebbe, e non ho nulla contro di lui, anzi, l’ho visto intervistato alla TV e egiziano o milanese poco cambia, è un bambinone mammone con addosso ferraglia e tatuaggi, ovvero una vittima dell’assenza di una figura paterna come si deve (chiedo scusa, non è un giudizio sull’uomo, che non conosco, tuttavia risponde a queste caratteristiche) non ne faccio una questione etnica. Ciò che va denunciato è che una giuria di pochi “nominati” prevalga sul televoto a mille lire il “pezzo” di milioni di italiani, totalmente presi per i fondelli. Ciò che va denunciato è che il Festival è stato DECISO A TAVOLINO, e siccome la polemica di questi mesi verte sugli sbarchi, sugli stranieri, sul “sovranismo”, sul meticciato, sul populismo e la sinistra è politicamente alle corde, ecco il colpo di reni, l’aiutino di chiaro stampo massonico: Noi tre gatti decidiamo per tutti, il popolo deve votare ma non conta un cazzo, noi siamo gli illuminati, gli altri sono populisti. Insomma, Monti andava bene perchè selto da tre massoni, Conte no perchè rappresenta i populisti, solita musica. Ieri ascoltando la canzone del vincitore, prima del verdetto, l’ho tutto sommato apprezzata, ha tutti i crismi per diventare un tormentone estivo da spiaggia. Quindi il mio discorso non riguarda nè l’etnia, nè la canzone. Il problema è che il 14% dei teletruffati l’aveva scelto democraticamente come medaglia di bronzo, non come vincitore. Le giurie dei premi speciali avevano scelto Cristicchi e Silvestri, il pubblico di Sanremo la Bertè. Non s’era mai vista una protesta simile del pubblico dell’Ariston. In pratica questo milanese d’Egitto l’hanno scelto una manciata di personaggi che avrebbero potuto organizzarsi il festival nel proprio garage di casa. Se andate a leggervi le regole del Festival, le procedure delle votazioni, vi sfido a capirne tutti i meccanismi. Tuttavia nell’ultima serata il voto della Giuria d’Onore è determinante, ma chi ne sceglie i membri e ci sono? Sono personaggi del mondo della musica, dello spettacolo e della cultura. Scelti da chi? Ad annunciare la composizione della giuria è stato il capostruttura Rai Claudio Fasulo, non ho ben capito chi materialmente abbia deciso la lista, composta da: Mauro Pagani, Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich,Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, e per chiudere in “bellezza”, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich. In pratica un coacervo di radicali liberi (si fa per dire) non bilanciato da alcun anti ossidante. Questa è la storia, una delle tante di questa schifosa dittatura in atto.

Salvare l’Africa con l’Africa

Padre Zanotelli accusa Matteo Salvini di essere un “genio malefico”. E dice che i suoi sono “atti criminali”.

Se Alex Zanotelli comparisse adesso dal nulla con questa uscita, seppur infelice, potremmo fermarci, meditare le sue parole, approfondirle, farci venire dei dubbi, criticarle in positivo o in negativo.

Purtroppo padre Zanotelli, pur essendo un missionario che s’è dato per gli ultimi, quindi tanto di cappello, non è nuovo a uscite di questo genere.

I suoi attacchi sono sempre rivolti all’occidente, in particolare ai governi di destra, sempre accusati di voler sopraffare i poveri. Peccato però che talvolta i suoi fulmini contro i ricchi prevedano delle deroghe, per esempio nel 2004 si infatuò di Beppe Grillo, che dal suo panfilo scrisse la prefazione al suo “I poveri non ci lasceranno dormire”. Pare però che padre Alex dorma a fasi alternate, e che si svegli sempre appena sente odore di destra, forse dimenticandosi che l’Africa ha subito i peggiori attacchi non dai colonizzatori, che tutto sommato, come ricorda padre Piero Gheddo, hanno portato benessere, ma dai regimi marxisti che ne hanno preso il posto.

Zanotelli sproloquiava ieri contro Berlusconi come oggi contro Salvini, contro gli attacchi in Siria di Trump ma non contro quelli di Obama, recordman guerrafondaio assoluto tra i presidenti americani, per numero di bombe sganciate.

Dicevo di Piero Gheddo, il missionario che conosceva l’Africa più di qualsiasi altro essere vivente, avendo girato un numero infinito di missioni, che definì padre Alex “un cattocomunista”, opponendo alla sua visione di stampo marxista che “gli africani sono indietro, perché non hanno raggiunto lo sviluppo culturale che ha raggiunto l’Occidente. È questa la vera causa del sottosviluppo. E allora, invece di protestare contro le multinazionali e fare le marce contro il commercio di armi, forse sarebbe meglio realizzare scuole e dar loro cultura. Solo così l´Africa uscirà dal sottosviluppo”. Che poi è sempre stata la chiave di lettura di tutti i missionari, a partire dall’apripista, ovvero il fondatore dell’Ordine a cui appartiene padre Alex dalla memoria corta, cioè il Beato Daniele Comboni, il cui motto era “Salvare l’Africa con l’Africa”. Così hanno sempre agito, con successo, i missionari cattolici, portando Cristo e insegnando ai popoli la cultura del fare, scavando pozzi e coltivando il grano: Pane e Cristo, non lamentele e rivendicazioni, accuse ai ricchi e incitamento all’odio.

Bufalari e bufalati.

La bufala delle bufale.
Questa è pazzesca, prendete nota! Riassumendo, mi arriva una “comunicazione”, che su un sito che smaschererebbe le bufale, BUTAC, bufale un tanto al chilo, sito di cui conoscevo l’esistenza ma che non ho mai letto (boh, forse sentivo puzza di bruciato) ci sarebbe la clamorosa notizia che la triste storia dell’approvazione di una legge che introduce la possibilità di abortire fino al nono mese, a New York, sarebbe una bufala. Ovviamente dopo due giorni di verifiche, di articoli, di testimonianze credibili, di video, se fosse stato tutto falso sarebbe stato un’ottima cosa. Devo dire che sapere che non è vero che i nazisti sono tornati mi avrebbe fatto piacere e avrei ammesso con sollievo di esserci cascato come un pirla e di aver peccato di complottismo (non solo io, l’ultima ruota del carro, tutti! A partire da giornali che almeno sulle notizie sono “seri”, non se le inventano di sana pianta, Avvenire in testa). Purtroppo è invece tutto vero. Ma cosa dicono su BUTAC per buttarla in bufala? Qui c’è da divertirsi (e anche da piangere perchè si parla di omicidio): ” Una donna può ricorrere all’interruzione della gravidanza fino al parto nel caso metta a rischio la sua vita, ma anche la sua salute. Esattamente In maniera molto simile a come avviene in Italia”. Allora, a parte che dire “esattamente” in modo “simile”… cioè accostare il termine “esatto” a “simile”, cioè qualcosa di non definito in modo specifico, già di per sè sarebbe un errore da polli. Ma il bello viene dopo: Una donna in Italia può abortire poco prima del parto se la madre rischia la salute. Cari Bufalari un tanto al quintale, poco prima di nascere un bambino non lo uccide nessuno, casomai, visto che è pronto, lo si fa nascere, non lo si abortisce!!! Se lo estrai perchè la madre sarebbe salva uccidendolo (meglio non dire come) e a rischio se gli si tagliasse invece il cordone ombelicale?
Insomma, oggi ho capito come mai c’è qualcuno che mi accusa di postare notizie spinto dall’ideologia. Oddio, sono conscio di sbagliare e di aver postato anche cose al limite della decenza intellettuale, ma oggi sono contento di aver capito che il sito molto in voga sulle BUFALE, è BUFALARO più dei BUFALANTI.

Mi dicono che Enrico Mentana abbia affermato che questa è davvero una bufala. Ricordiamo che Mentana, detto “mente sapendo di Mentana” e quando si pulisce l’alito “Mentana mente sapendo di mentina”, è famoso per aver detto che Soros è un quivis de populo (magari!), che il Piano Kalergi non esiste e altro. Insomma… mi fermo qui.

Alla lavagna.

Ieri sera in RAI è andata in onda una vergognosa lezione di Vladimiro Guadagno, sedicente Luxuria.

“Un tempo, quando mi guardavo allo specchio, mi vedevo grasso, ma mi sentivo magro. Ho fatto e faccio ancora un grande lavoro per trovare uno specchio non convesso”.
“Un tempo, quando mi guardavo allo specchio, mi vedevo uomo, ma mi sentivo donna. Ho fatto e faccio ancora un grande lavoro per diventare astemio. Per allineare il corpo all’anima, a un’anima che non voleva cedere, sono andato dal gommista e ho fatto la convergenza”.
“Un tempo, quando mi guardavo allo specchio, mi vedevo uomo, ma mi sentivo donna. Ho fatto e faccio ancora un grande lavoro per accendere la luce del bagno”.
“Un tempo, quando mi guardavo allo specchio, mi vedevo uomo, ma mi sentivo donna. Ho fatto e faccio ancora un grande lavoro per farmi la barba e raccontarmi che donna baffuta è sempre piaciuta”.
“Un tempo, quando mi guardavo allo specchio, mi sputavo in un “ecchio”. Poi ho conosciuto Renzo Arbore e per questa cazzata ha dato la colpa a Mattone.

Questi sono solo alcuni pensieri che esprimono quel che avranno capito ieri sera i bambini “Alla Lavagna”. Almeno, lo spero!

Ecco alcune righe dello scempio televisivo di ieri sera.

“Mi piaceva giocare con le bambole. Tutte le volte che mi guardavo allo specchio avevo un’immagine diversa da quello che ero. Stavo diventando un bambino molto triste. E a un certo punto ho fatto una scelta: questa principessa che sta dentro di me dovevo liberarla. Quindi ho deciso di confessarmi a tutti, qualcuno mi ha capito e qualcuno anche no. Oggi sento di essere una persona più equilibrata. Ma soprattutto libera. Quando ho sentito che non le piaceva il suo corpo?”, è stata un’altra delle domande dei ragazzi. “Quando mi guardavo alla specchio”, ha risposto Luxuria, “e mi aspettavo che nascessero le tette, invece mi spuntavano i baffi. Secondo me non si diventa così, non è una scelta, si nasce così e io mi sono sempre sentita così”.

Che dire, poveri bambini! E speriamo che qualcuno sporga denuncia, perchè di violenza su minori trattasi.

Lettera al Giornale di Brescia. 21-01-2019

Signor Direttore,

ho letto l’articolo di Paolo Corsini del 3 gennaio nella rubrica “Commenti e opinioni”, dal titolo “Una rinnovata questione cattolica”.

Al termine di una analisi molto parziale in cui si citano solo alcune frasi di Papa Francesco sul problema dell’immigrazione, eludendone volutamente altre, dove per esempio il Papa raccomanda prudenza, e dopo aver affermato che essendo terminata l’ “era ruiniana” non c’è più spazio per la difesa dei “princìpi non negoziabili” (come se si fosse trattato di un’invenzione estemporanea di qualche cattolico impazzito e non di un riferimento all’insegnamento evangelico), Paolo Corsini si pone una domanda: non essendoci più spazio per una nuova Democrazia Cristiana, “resta tuttavia aperto il problema di quale partito per i cattolici, di quale proposta politica. Tutti gli indizi dovrebbero portare al Pd”.

Innanzitutto vorrei sottolineare che mi sembra poco corretto sbolognarsi dell’era Renzi – Gentiloni affermando, come se niente fosse, che s’è trattato di una “stagione chiusasi con un fallimento”. Ricordo che Renzi è stato nominato segretario in seguito a “regolari” elezioni primarie osannate e proposte come apice della vita democratica di un partito. Se il Pd ha espresso Renzi ci sarà un motivo e la colpa non è certo dei nemici del partito.

Dal 2011, cioè dalla fine del governo di destra, fino al 2018, inizio dell’alleanza giallo-verde, in Italia, in piena crisi economico finanziaria, i governi targati Pd per che cosa si sono battuti?

Legge Scalfarotto, ovvero la reintroduzione del reato di opinione che dalla fine del “ventennio” nessuno s’era sognato di riproporre agli italiani.

Legalizzazione dell’eutanasia, progetto parzialmente riuscito con le D.A.T. e con la vicenda Cappato – Dj Fabo ancora in corso.

Legalizzazione delle droghe, con proposte di legge e l’apertura di centinaia di “cannabis shop” (e il conseguente inascoltato monito del Consiglio Superiore di Sanità sulla pericolosità del Thc).

Introduzione dell’ideologia Gender, bollata da Papa Francesco come “sbaglio della mente umana”.

Divorzio breve e divorzio lampo, ovvero l’offerta di una devastante scorciatoia per distruggere la famiglia senza mediazioni e ripensamenti.

Fecondazione eterologa, attraverso la pressione culturale per la rottamazione della famosa Legge 40, votata dal centro destra, che aveva posto un limite al cosiddetto far-west procreativo.

Utero in affitto, pratica disumana che ha visto tra i suoi sostenitori una larga parte del Partito Democratico capeggiata da Monica Cirinnà e sponsorizzata dall’intera stampa di area Dem, e l’uso di questa pratica fuorilegge da parte di un deputato del Pd mai sospeso né tantomeno “sgridato” da alcun collega.

La cancellazione, in alcune realtà, di “padre” e “madre” dai documenti, sostituiti da “genitore uno” e “genitore due”, nel nome dell’amore e del rispetto di chissà chi, certamente non della legge naturale.

La legge sulle cosiddette “unioni civili”, salutata dal leader del Partito Democratico Matteo Renzi che disse “è un grande giorno per l’Italia”, “oggi è un giorno di festa”, legge che incredibilmente, tra le altre cose, prevede la reversibilità della pensione per le unioni omosessuali ma non per quelle tra uomo e donna. Legge peraltro fatta passare per “emergenza” ma che resta uno dei più clamorosi flop di sempre, essendo stata completamente snobbata dagli italiani e di cui hanno usufruito solo alcune centinaia di coppie, probabilmente sull’onda ideologica del momento.

La lista continua ma mi fermo qui per evidenti problemi di spazio, tuttavia temo che questi “indizi” bastino e avanzino per portare l’elettore cattolico agli antipodi della meta per loro invocata da Paolo Corsini.

Attilio Negrini

 

Maschilismo democratico.

Matteo Renzi ha detto che “Matteo Salvini mette le divise della polizia perché non ha più chi gli stira le camicie”. Attendiamo con ansia l’intervento delle DONNE DEL PD, contro questo volgare richiamo agli stereotipi di genere. (Una volta che il cazzaro fa una bella battuta mi tocca contestarlo).

Sono responsabile del creato?

Da libertaepersona.it

Resoconto di un “simpatico” incontro con la nuova ecologia “fancescana”.

sanfrancesco-creato-assisi-20170415175217Inizia la S. Messa di una domenica d’autunno. Il parroco annuncia la presenza di don Gabriele Scalmana, responsabile della “Pastorale per la Salvaguardia del Creato” per la Diocesi di Brescia.

L’odierna omelia non ha come argomento il Vangelo del giorno ma l’ecologia.

Stento a contenere la reazione spontanea di disappunto che suscitano in me certe parole sul presunto inquinamento da Co2 (non esiste l’inquinamento da Co2!), fatico a trattenermi dal rispondere all’affermazione che “il ghiacciaio dell’Adamello si sta sciogliendo perché inquiniamo” (nessun argomento scientifico lo prova) o che tutti i ghiacciai del pianeta si stanno ritirando per colpa dell’uomo (non è vero che tutti i ghiacciai si stanno ritirando). Un po’ di contegno, siamo in chiesa, sto zitto. E poi se nella “Laudato Sì” che è un’Enciclica quindi Magistero, ci sono alcuni punti che sembrano percorrere il pensiero ecologista più spinto, chi sono io per giudicare un’Enciclica del Papa?

Ma tralasciamo un istante questo tema che andrebbe trattato e approfondito a parte. Termina l’omelia, finisce la S. Messa e don Gabriele saluta, ringrazia il parroco e invita i fedeli a portare a casa il pieghevole formato A4 con la bellissima preghiera di Papa Francesco “per la nostra terra” scritta al termine della “Laudato sì”: “Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza…”.

Purtroppo il foglio sul banco è double fase e girandolo sul retro appare un decalogo dal titolo “Sono responsabile del creato”, una specie di test (come il fascistometro di Michela Murgia ma senza punteggio ed inappellabile esito finale) per definire non si capisce bene cosa:

Comandamento numero 1) “Uso un po’ del mio tempo per pregare Dio nella contemplazione delle bellezze della natura”. Iniziamo bene, niente da dire.

2) “Leggo libri o riviste per capire l’importanza della natura sia dal punto di vista teologico che dal punto di vista scientifico e sociale”.

D’accordo, anche se forse basterebbe consigliare il Cantico di San Francesco o dei testi cristiani che spiegano la centralità dell’uomo. Se ci si affida alle riviste o ai libri in generale, magari anche quelli sugli scaffali di alcune librerie cattoliche, è facile imbattersi nell’ambientalismo gnostico che divinizza “Gaia”.

3) “Agisco politicamente per indirizzare la nostra società verso obiettivi di giustizia sociale e di sostenibilità ambientale”.

Mi metto nei panni della vecchietta in terza fila che giustamente non capirà bene come comportarsi.

Forse penserà che agire “bene” politicamente significhi sostenere i Verdi (quindi penserà male)? Il concetto di “sviluppo sostenibile” poi, e la “sostenibilità ambientale” ne è un aspetto, come spiega chiaramente Riccardo Cascioli è “conseguente alla concezione neomalthusiana di uomo come mero consumatore, secondo cui la crescita demografica ed economica delle nazioni è il peggiore dei mali”. Del resto se Jeffrey Sachs, più volte consultato dalla Santa Sede e invitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze per convegni sull’ambiente, teorizza che “siamo in troppi per poter star bene”, così titolava un’intervista rilasciata al Sunday Times nell’aprile 2007, cosa ci posso fare?

4) “Col mio lavoro tendo a far crescere nel mondo la solidarietà, la bellezza, la pace”. Va bene, ma Gustavo che fa l’imbianchino mi è andato in crisi. “Come devo comportarmi?” mi ha detto. Come dargli torto.

5) “Consumo (e inquino) il meno possibile: uso poco il motorino o la mia automobile privata, non spreco cibo o acqua o vestiti o scarpe o arredi, produco pochi rifiuti e li separo nei cassonetti, utilizzo poco detersivo, pochi imballaggi”.Ecco che al punto cinque decolla la creatività catto-ambientalista. Inquino quando mi serve l’auto, non è che mi diverto a consumare gasolio, che oltretutto costa. L’acqua, sui testi che si usavano una volta alle elementari, veniva illustrata nel suo ciclo chiuso e tutti ci eravamo convinti che facesse sempre lo stesso giro. Comunque anche quella costa, non la spreco perché il contatore gira. Ecco, allo spreco di arredi non avevo mai pensato, in genere quando si fa il cambio degli armadi è solo un modo di dire, non è che ci si rivolge due volte all’anno al mobiliere (che poi anche loro poveretti devono lavorare!).

6) “Consumo poca energia”(diglielo a Mario che gestisce una fonderia!). “Tengo al minimo il riscaldamento”(potevano aggiungere “in inverno” già che c’erano… Povero chi abita in montagna!), “non uso condizionatori refrigeranti”(nemmeno al minimo se ci sono 40 gradi?), “impiego energie rinnovabli (pannelli solari, pompe di calore, geotermia)”, metto il cappotto isolante sulla mia casa o ditta o condominio”(per le roulotte sono previste deroghe?), “costruisco con i criteri dell’ingegneria sostenibile”(che andrò immediatamente a cercare sull’enciclopedia o per fare prima su Wikipedia).

7) Siamo quasi al termine, entriamo nella zona calda ed ecco comparire lui: “Mi approvvigiono al mercato equo, solidale e biologico”.Va bene, capiterà che qualcuno sul sagrato della chiesa riuscirà a vendermi due etti di caffè o di cioccolato del Brasile, ma mi hai appena detto di non inquinare, deciditi, perché questi prodotti si fanno dieci mila chilometri per arrivare in Italia e non viaggiano su aviogetti a pedali! “O comunque scelgo marche, negozi, supermercati ecologicamente e socialmente virtuosi”.No, caro Monsignore o chi per esso, lei non ha moglie quindi giustamente non può capire che se vado io, cioè un marito, al supermercato, già devo seguire rigorosamente certe regole; scambiare la candeggina in confezione verde con quella nel fusto giallo è un attimo e può causare la rottura di un matrimonio, non ci provi nemmeno a dire alla mia signora che da domani devo pure cercarmi un supermercato “socialmente virtuoso”, sennò mi arrendo, anzi, mi dimetto.

8) Se mai riuscissi a sopravvivere al settimo comandamento, credo che ci penserebbe l’ottavo a condannarmi senza appello al girone infernale delle discariche: “Mi informo per saper leggere le etichette ecologiche sugli alimenti, sugli elettrodomestici, sui vestiti”.Quando sono arrivato a questo punto, già provato dal mercato equo e solidale e dai pannelli solari, confesso di essermi sentito stupido come poche altre volte in vita mia. Non l’ho capito, lo giuro, però visto che uno dei tre elementi decisivi affinché il peccato mortale si concretizzi è la “materia grave”, non avendo capito questo comandamento ecologico e tantomeno se la sua violazione sia peccato grave, credo di essere esentato dal rispettarlo.

9) Attenzione, siamo agli sgoccioli. Con fatica, ma spinto da un briciolo di vis polemica che in questi casi fa più effetto della caffeina (più o meno equa e solidale), arrivato al punto nove ho pensato di essere su scherzi a parte, avendo appreso che sono responsabile del creato se “metto i miei risparmi alla banca etica”.

10) Ed ecco il botto finale, un must dell’ecologia, la caccia. ”Rifiuto tutte le violenze inutili agli esseri viventi; tollero la caccia e la pesca legali, condanno invece i metodi crudeli e di frodo”. Non è specificato se sia lecito usare i topicidi, sterminare le nutrie che bucano gli argini dei fiumi, uccidere le simpatiche formiche che tentano di entrarci in casa. Quanto al “tollerare la pesca”, un sentito ringraziamento per la gentile concessione, a nome di San Pietro e dei suoi colleghi apostoli.

La tragedia di Corinaldo: male che genera male

Da “Libertà e Persona” di oggi.

di Attilio Negrini

A Corinaldo, uno degli infiniti stupendi borghi medievali del centro Italia, si consuma una tragedia: muoiono cinque ragazzini e una mamma, schiacciati nella calca fuori da una discoteca. Molti altri rimangono feriti, alcuni in gravi condizioni.

A Corinaldo, un borgo medievale in cui si parla di bellezza, di gastronomia, di buon vino, di monachesimo e quindi di turisti che vengono in Italia per stupirsi davanti a tutto questo bendidio, centinaia di ragazzini accorrono in una discoteca per incontrare il loro idolo. Che cosa c’è di strano, ci siamo passati tutti, ricordo bene quando sognavo l’autografo di Michel Platini o di Dino Zoff.

Purtroppo non è così, questo idolo si chiama Sfera Ebbasta, un rapper, uno di quei ragazzi che ce l’hanno col mondo intero, si mettono a rimare e a parlare accompagnati dalla musica esprimendo il proprio disagio e la propria ribellione.

Purtroppo non è così, lo si capisce bene leggendo i testi delle sue, chiamiamole canzoni. Ne prendo una a caso dal titolo “Hey tipa”, vale la pena riportare l’intero testo:

Hey tipa. vieni in camera con me! Luccico, quando esco per la strada

Luccico, non esco se non ho un completo lucido

la tua tipa mi guarda, ah dubito che voglia solo fare amicizia, mi vuole subito (Wow!) mi vede e dice “WOW”

e le sue amiche “WOW” santarelline ma a me mi sembra Bendhouse

Quanto sei porca dopo una vodka

me ne vado e lascio un post-it sulla porta

Le more, le bionde, le rosse, le mechesate

vestite da suore o con le braccia tatuate

le alternative, le snob pettinate, spettinate sotto le lenzuola ubriache

Le tipe che ho avuto, le tipe che avrò

So che mi vuoi non dire di no

Lasciami il numero e se mi ricordo

magari un domani ti richiamerò

io non lo so cosa ti faccio

però mi cerchi lo so che ti piaccio

sono una merda ragiono col cazzo

oggi ti prendo, domani ti lascio

Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca

quale? quella dell’altra volta

faccio paura, sono di spiaggia

vi faccio una doccia, pinacolada

bevila se sei veramente grezza, sputala

poi leccala leccala

limonatevi mentre Gordo recca

gioco a biliardo, con la mia stecca

solo con le buche

solo con le stupide

‘ste puttane da backstage sono luride

che simpaticone! vogliono un cazzo che non ride

sono scorcia-troie

siete facili, vi finisco subito

“Mi piaci, gioco hard” dubito

di te tipa, che vieni a casa mia con la tua amica

se non è una quinta amica

Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico!

Sfera Ebbasta di nome fa Gionata Boschetti, è nato a Cinisello Balsamo ventisei anni fa. Ha tatuaggi su tutto il corpo, denti e collane d’oro massiccio. Dice: “Mi piace mostrare ciò che ho perché ho conquistato il successo con le mie stesse mani… i soldi sono sempre stati il mio primo obiettivo, un traguardo che ho raggiunto. La Marijuana è nei miei testi perchè ne faccio uso, tutti lo sanno… non c’è nessun idolo che non si droga, quindi perchè io non dovrei farlo?”.

La sesta vittima di questa strage degli innocenti è una mamma che aveva accompagnato il figlio al concerto. Già, perché i ragazzini morti sono quattordicenni e sedicenni, infatti questo “artista” ha molto successo in quella fascia d’età e anche questo aspetto è allarmante e va tragicamente di pari passo con l’iniziazione al sesso e alle perversioni annesse che oggi vengono introdotte subdolamente nelle scuole con la scusa di educare alla diversità e alla tolleranza.

Il marito della povera donna si sfoga: “Erano tutti ubriachi. I miei 4 figli ora sono senza madre…”, facendo emergere una testimonianza di dolore che si aggiunge a quello già evidente ascoltando la cronaca della tragica serata del 7 dicembre 2018.

Ovviamente ciò che è accaduto non c’entra direttamente coi messaggi delle canzoni del rapper milanese, tuttavia l’incidente è stato generato dall’uso di uno spray al peperoncino come già avvenuto in episodi simili negli ultimi anni, sempre a concerti di rapper molto popolari tra gli adolescenti, quindi è evidente come tutto sia strettamene connesso e come tutto sia maledettamente, oggettivamente, male che genera male: dire a dei ragazzini che gli idoli si drogano, far passare il messaggio che usare le ragazze come usa e getta del sesso sia una medaglia al petto, riempire il proprio corpo di tatuaggi e piercing evidenziando il disprezzo per se stessi.

Il bene fa bene, il male fa male, questo messaggio che chi ha costruito Corinaldo portava impresso nel cuore, ha generato una perla del patrimonio culturale italiano, eppure non passa giorno che se si sottolinea questa verità non si venga accusati, come se fosse un’offesa, di essere medievali che si oppongono alla libertà e alle novità: A Corinaldo è andato in onda il dramma della contrapposizione tra civiltà cristiana medievale e società liquida avaloriale costruita sui falsi miti del progresso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Corinaldo è anche il borgo natale di Santa Maria Goretti, l’icona della castità e della purezza, colei che per difendere la propria verginità preferì pagare con la vita.

E allora il luogo della tragedia di venerdì sera assume un significato ancora più evidente e chiama ciascuno di noi alle proprie responsabilità nell’educazione dei propri figli.

Educhiamoli ad apprezzare il bello, a non uniformarsi alla massa, a volare alto, a essere come il bambinoche nella sua innocenza ha il coraggio di dire che l’imperatore è nudo e che i suoi vestiti li vede solo chi non ha il coraggio di dissentire per non essere preso in giro.  Facciamo ascoltare ai ragazzi la musica che eleva, offriamo a loro la possibilità di imparare a suonare uno strumento musicale, portiamoli a teatro ad ascoltare Beethoven e Chopin; non risulta che a questi concerti sia prassi ubriacarsi e usare spray al peperoncino, la bellezza parla da sé, non ha bisogno di ulteriori messaggi né tantomeno di sballo.

Mi illudo che il messaggio di questa vicenda possa far breccia nelle coscienze, invece leggo e ascolto che il dito viene puntato esclusivamene contro il sovrafollamento della discoteca che poteva contenere solo 870 persone, invece ce n’erano 1400. E’ certamente vero, ma siamo daccapo, è giusto o sbagliato solo ciò che viene deciso a tavolino, spesso senza logica, da chi scrive leggi e regolamenti. Ecco che così si sposta l’attenzione su ciò che non è giusto o sbagliato in sé ma che viene stabilito arbitrariamente dall’uomo.

E allora continuiamo pure a cantare “mamma, devi stare calma se fumo qualche canna. E sono ancora sveglio quando gli altri vanno a nanna. No, non mi piace la bianca, una pussy nera e una gialla: Esco di casa, ho una scarpa diversa dall’altra, woah” e a seguire l’impronta di queste scarpe, sapendo però che andremo a sbattere.

Don Luca della diocesi di Progresso.

Don Luca Favarin è diventato famoso per l’originale idea di non volere il presepio per rispetto dei poveri. Purtroppo l’idea non è più tanto originale, molti sacerdoti in confusione totale ci hanno abituati a idiozie del genere. Ma ecco spuntare un suo difensore d’ufficio, un senatore 5 Stelle che si chiede, “cosa c’è di male se un sacerdote dice no al presepio? Mica ha rimosso l’immagine del Presidente della Repubblica!”. E allora perchè incazzarsi, questa è una delle tante barzellette spontanee che stanno crescendo come funghi, certamente velenosi. Speriamo che nevichi in abbondanza.