Halloween

Caro monsignore,

domani al vespro inizia la commemorazione dei Santi, proprio mentre migliaia di mamme staranno vestendo i propri pargoli per la cosiddetta festa di Halloween. Sa cosa le dico? Che tutti gli anni arriviamo a questo punto e vorremmo spiegare al mondo intero che noi sappiamo che questa non è una festa, che i santi non hanno nulla a che fare coi teschi e le streghe, che chi festeggia Halloween festeggia i dannati, non i santi, che non basta dire “che male c’è” se il figlio esce con gli amici e si diverte a suonare i campanelli cercando i dolcetti, che se qualche oratorio accondiscendente abbatte i muri ed erige ponti con questa festa pagana, è un errore madornale, che non si costruiscono ponti per approdare alla sponda di satana.

Però monsignore mi sono rotto, scusi, le palle. Dobbiamo essere noi laici a spiegare che la notte del 31 ottobre coincide col capodanno satanico che ha poco “capo” e tanto  “danno”?

Non sarebbe meglio se dal pulpito il sacerdote iniziasse almeno un paio di settimane prima a inserire, almeno negli avvisi finali, interminabili e spesso inutili, un discorsetto per mettere in guardia i fedeli dal partecipare a questo rito malefico?

Per assurdo i sacerdoti più contrari ad Halloween sa chi sono? Quelli di estrema sinistra che non sanno niente di questa storia ma si battono contro solo per il loro anti americanismo, quindi poichè la moda delle zucche vuote viene dagli USA, la detestano a priori. Ovviamente va bene lo stesso ma come siamo ridotti?

La notte di Halloween nel mondo le sette sataniche uccidono minori rapiti e offerti a satana.

La notte di Halloween nel mondo le sette sataniche, con la scusa delle feste mascherate, adescano ragazzi per iniziarli alla loro setta.

La notte di Halloween accadono riti magici ai quali partecipano anche anime innocenti che credono di giocare ma non stanno giocando.

La saluto, non so cos’altro dire.

Caro Monsignore

Caro Monsignore, mi scusi il disturbo. Ho guardato un servizio delle Iene fatto presso la festa della Lega a Pontida per dimostrare l’ignoranza di chi oggi non è allineato al pensiero unico. Il bravo giornalista, si fa per dire, voleva dimostrare che i leghisti sono contro l’Islam per pura ignoranza, e allora che cosa ha fatto?

Ha travestito una Bibbia con la copertina del Corano, ha letto ad alcuni leghisti presenti  dei brani del Siracide dove si dice che la donna si deve coprire e che deve essere sottomessa all’uomo. Poi un passo del libro di Gioele in cui si inneggia alla guerra santa.

Alla domanda fatta agli intervistati su che cosa ne pensassero di quei pezzi spacciati per passi del Corano, la reazione è stata di condanna. Chi ha detto che l’Islam è violenza, chi che quello è il libro dell’Isis, chi che loro le donne le considerano meno di zero.

Ovviamente ci sono cascati tutti, anche lei Monsignore ci sarebbe cascato, ci scommetto! Io sì.

Il filmato terminava con la reazione di sbigottimento alla notizia che quelle parole sono scritte nella Bibbia e non nel Corano.

Vorrei fare alcune considerazioni, se mi permette. Partiamo dalla messa in scena delle Iene.

  1. Se fai delle domande a persone che fanno parte di un gruppo che vuoi “colpire” e mandi in onda solo quello che vuoi tu, non fai un bel servizio alla verità. Se vado allo stadio nella curva della Juve e intervisto tutti, sono sicuro che troverò una decina di tifosi milanisti. Se isolo quelle interviste e dico che in realtà la curva della Juve è popolata da milanisti, non sono un giornalista, sono un simpatico burlone (meglio, un cretino).
  2. Il bravo e simpatico (si fa per dire) giornalista iena ha voluto dimostrare che quei sedicenti cristiani, appreso che nel loro libro sacro ci sono dei brani dal contenuto inaccettabile, si indignavano, come per dire che allora qualcuno li aveva presi in giro, mettendo in dubbio il proprio credo in Gesù Cristo. Il messaggio quindi è doppio: dimostrare che un leghista cattolico è intollerante perchè ignorante e che il leghista è cattolico solo per potersi ergere a paladino del bene e considerare cattivi tutti i diversi. Ovviamente il messaggio subliminale è che tutti i cattolici ignoranti credono che Gesù sia diverso e superiore a Maometto.

Un po’ caro Monsignore, la colpa è anche di voi sacerdoti. Mi spiego. Spesso sento dei preti che citano la “Parola” con ossessione, facendo intendere che la nostra fede si basa esclusivamente su delle frasi.

Spesso poi, molti sacerdoti, ai quali, intendiamoci, voglio bene, fanno di tutte le scritture un fascio. Ciò che conta è il riferimento alla Parola, come dicevo, ma è un riferimento insufficiente che fa credere ai più che la nostra sia una religione del libro come l’Islam, cioè che si basi esclusivamente sulla Scrittura.

E qui viene il bello. I nemici della Chiesa per anni e anni ci hanno fatto una testa grossa così con lo slogan “Cristo sì, Chiesa no”, se lo ricorda questo slogan di matrice sessantottina? Ovviamente era per screditare la Chiesa e farla diventare protestante, infatti questo fece Lutero negando l’autorità del Papa e affermando che ognuno può interpretare la Bibbia come vuole.

Per noi cattolici la Bibbia va interpretata seguendo ciò che il Concilio Vaticano II ha stabilito, riportato nel Catechismo della Chiesa Cattolica:

112 1. Prestare grande attenzione « al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura ». Infatti, per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Scrittura è una in forza dell’unità del disegno di Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore aperto dopo la sua pasqua. 132

« Il cuore 133 di Cristo designa la Sacra Scrittura, che appunto rivela il cuore di Cristo. Questo cuore era chiuso prima della passione, perché la Scrittura era oscura. Ma la Scrittura è stata aperta dopo la passione, affinché coloro che ormai ne hanno l’intelligenza considerino e comprendano come le profezie debbano essere interpretate ». 134

113 2. Leggere la Scrittura nella « Tradizione vivente di tutta la Chiesa ». Secondo un detto dei Padri, « Sacra Scriptura principalius est in corde Ecclesiae quam in materialibus instrumentis scripta 135 – la Sacra Scrittura è scritta nel cuore della Chiesa prima che su strumenti materiali ». Infatti, la Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona l’interpretazione di essa secondo il senso spirituale (« …secundum spiritalem sensum, quem Spiritus donat Ecclesiae – …secondo il senso spirituale che lo Spirito dona alla Chiesa »). 136

114 3. Essere attenti all’analogia della fede. 137 Per « analogia della fede » intendiamo la coesione delle verità della fede tra loro e nella totalità del progetto della Rivelazione.

La nostra religione è CRISTO SI’, CHIESA SI’, questo dovrebbero imparare le simpatiche IENE, e dovrebbero sapere che milioni di cattolici sono cristiani perchè credono che Cristo è Dio fatto uomo, che è nato, morto e risorto, che dopo la morte c’è la vita eterna, che l’anima è immortale e il libero arbitrio ci permette di poter scegliere la vita eterna in paradiso o all’inferno.

E CHIESA SI’ significa che abbiamo un garante che certifica come autentica l’interpretazione delle Scritture,  basandosi sui testi, sulla tradizione e sul Magistero, cioè ciò che nei secoli la Chiesa, dopo un lungo lavoro, ha definito come verità di fede.

Il simpatico giornalista iena dovrebbe anche sapere che  con Gesù “inizia” il Nuovo Testamento.

 

Verona

Caro Monsignore,

pur distando non molti chilometri da Brescia, non sono un assiduo frequentatore della città di Verona, la città di Teodorico che va di fretta, dove sul castello batte il sole a mezzogiorno, almeno, così diceva Carducci.

La città che Catullo ci fa sentire un po’ come figlia (Brixia Veronae mater amata meae), anche se laddove ci onora di questa maternità, racconta pure con crudezza i peccati e le oscenità della Brixia di allora, a tal punto che a scuola non si studia, non c’è traccia del carme 67.

Meglio così, anche perchè preferiamo essere la città della Mille Miglia e dell’invenzione dell’aeroplano (di cui nessuno a Brescia è a conoscenza) piuttosto che dei prodromi di Novella 2000. Ce n’è già abbastanza.

Verona, la rivale calcistica che non solo riuscì a vincere uno scudetto, correva l’anno 1985, quello della grande nevicata in cui accaddero cose strane, ma che oggi ha pure una sorella che si chiama Chievo, da ormai più di vent’anni, quasi stabilmente in quella serie A che noi non riusciamo a mantenere quelle poche volte che la raggiungiamo con fatica. (Ma arriveranno nuove nevicate e allora ne approfitteremo, questo è sicuro).

Però io dicevo di Verona, vede che il discorso cade subito sulle gelosie tra vicini di casa? No, io questa volta volevo tesserne le lodi, anche se pur sempre con quel sentimento di invidia, che però in questo caso vede prevalere l’ammirazione.

Mi riferisco al polverone sollevato dalla Giunta Comunale cittadina che ha fatto emergere il disastro culturale e antropologico di una sinistra sinistrata e in coma. Episodio che, in pratica, ha funto da ulteriore cecchinaggio contro una crocerossa che da tempo ha perso la croce ma ha conservato gelosamente il rosso.

Che cosa diceva in soldoni l’intervento di Alberto Zelger (vecchia conoscenza, una specie di “celodurista” pro life che sicuramente invidiamo ai veronesi)?

La mozione, in occasione del 40° anniversario della sciagurata legge 194, copio e incollo, “impegna il sindaco e la giunta a sostenere iniziative per la prevenzione dell’aborto con l’inserimento nel prossimo assestamento di bilancio di un congruo finanziamento ad associazioni e progetti che operano nel territorio del Comune di Verona; la promozione del progetto regionale ‘culla segreta’, stampando e diffondendo i suoi manifesti pubblicitari nelle Circoscrizioni e in tutti gli spazi comunali; a proclamare ufficialmente Verona ‘città a favore della vita’”.

Caro Monsignore, non è bello tutto ciò? non è un inno alla vita? La Vita per il Partito Democratico è un bene o un male? Sopprimere un bambino per i cattolici del PD è un male o una libera scelta? E’ possibile essere nel PD e credere nel Dio della vita, non della morte, fattosi Uomo per salvarci, liberarci dal male e regalarci la vita eterna in paradiso?

Evidentemente no.

La capogruppo PD in Giunta Comunale, tale Carla Padovani, ha votato la mozione di Zelger, ritenendo che l’argomento riguardasse la libertà di coscienza.

Non l’avesse mai fatto!

Maurizio Martina, segretariio PD: “La 194 non si tocca”.

Monsignore, Martina avrà mai letto il testo di quella legge che non vuole toccare?

Articolo 1

1. Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

Mi scusi, lei sa che io non conto fino a 10 quando mi viene una parolaccia. Quando leggo le dichiarazioni ideologiche come quella di Martina (che è il numero UNO del PD, figuriamoci il numero 5, il 150 come sono messi! ), mi incazzo come una belva.

A meno che lo spirito del messaggio di Martina non sia stato frainteso. Forse la sua era un’approvazione della sacrosanta battaglia di Aberto Zelger? Martina è un incompreso? No, purtroppo lui è il capo ma con lui ci sono altri indignados che hanno esultato per lo sdoganamento dell’eutanasia ma si indignano per dei soldi stanziati per le mamme che vogliono vivere l’enorme gioia di abbracciare il proprio figlio piuttosto che farlo diventare materiale da “cassonetto differenziato”, anche se non fosse “frutto del peccato”, come ironicamente cantava Elio una trentina di anni fa.

Ecco alcune reazioni contro il documento veronese:

“Da esponenti del Partito Democratico, però, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla responsabilità della consigliera Padovani, che, con il suo voto favorevole alla mozione, ha tradito i valori fondanti del nostro partito”. Valeria Fedeli.

«La capogruppo ha votato una mozione pericolosa – prosegue la nota – e che può divenire apripista per la cancellazione di diritti acquisiti, senza darne conto al resto del gruppo consiliare, ma soprattutto conscia che il PD fosse fortemente contrario. Una mozione dal sapore medievale che scandalizza tutta la comunità di donne e uomini del Pd»

Alessia Rotta, vice presidente gruppo Pd alla Camera.

Ecco la rediviva Barbara Pollastrini:

«L’approvazione della mozione da parte del Consiglio comunale di Verona rappresenta un simbolico e concreto grave passo indietro rispetto a una legge seria e importante come la 194. Purtroppo a favore della proposta leghista si è espressa anche la capogruppo del Pd: io penso che dovrebbe chiedere scusa. Evidentemente non ha la consapevolezza del proprio ruolo di rappresentante del Partito Democratico». Lo afferma Barbara Pollastrini, vicepresidente del Partito Democratico, commentando la mozione approvata dal Consiglio comunale scaligero che dichiara Verona «città a favore della vita» e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto.

Ma porca miseria, Monsignore, e mi perdoni, sono davvero incazzato, l’ARTICOLO DUE della legge 194 prevede che i consultori contribuiscano “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”. Non è ciò che Alberto Zelger e i suoi concittadini hanno proposto ieri a Varona?

Ok, Monsignore, mi sono rivolto a lei perchè vorrei tanto che il Vescovo di questa città si schierasse, l’aveva già fatto e fu bastonato dai superiori, con chi ha il coraggio di dire la verità. Capisco, sarebbe chiedere troppo, però sarebbe bello.

E mi scusi per i riferimenti a Catullo e al Chievo Verona ma erano per dire che possiamo amare la nostra città, la nostra patria, la nostra terra, la nostra bandiera, la nostra nazione ma siamo in fondo tutti uomini e dovremmo sentirci uniti e sacrificare i campanilismi proprio per affermare la verità che unifica gli uomini di tutte le razze e religioni, invece avviene il contrario: Se critichiamo l’Europa che rinnega tali verità ci accusano di volere la guerra ed essere divisivi, se invece vogliamo unirci per affermare il vero ci tirano le pietre.

E il riferimento alla rivalità tra vicini di casa non nasce da una sana invidia calcistica ma dalla constatazione che nella mia città i politici del Partito Democratico, sindaco in testa, che dicono di essere cattolici, per paura di subire la sorte toccata a Carla Padovani, la coraggiosa capogruppo veronese di quel partito, staranno in silenzio.

Un silenzio assenso che ha procurato al nostro paese 6.000.000 di vittime dell’aborto più altre sei milioni di vite distrutte dalla consapevolezza di aver ucciso il proprio figlio portato in grembo e mai conosciuto.

Sul castello di Verona da ieri c’è una nuova piccola luce, diffondiamola ovunque, anche dai pulpiti delle chiese!

 

Espresso male.

Caro Monsignore,

vorrei tanto che i nostri nemici si mettessero d’accordo, perchè io, le confesso, sto male se vedo gente litigare.

Conosco persone tendenti a sinistra con ascendente comunista, teologi della rivoluzione, che mi accusano, perchè siccome sono contrario all’immigrazione di massa, al matrimonio “ghei”, all’eutanasia, alla droga libera e altre conquiste degli ultimi anni, allora sarei poco cristiano.

Poi mi capita appresso la copertina dell’Espresso.

La leggo bene e cosa c’è scritto di bello?

“Governo Crociato”. “Altro che cambiamento, vogliono tornare all’alleanza trono – altare. Dietro al ministro leghista Fontana c’è una, ascolti bene Monsignore, rete di movimenti reazionari che minaccia divorzio, aborto e diritti civili.”

Mi dica se sbaglio, i cattolici della sinistra dicono che non sono abbastanza cristiano perchè non voglio l’immigrazione selvaggia e temi annessi.

I laicisti della sinistra invece, dicono che sono “troppo” cristiano (addirittura “crociato”, che bel complimento!), perchè non voglio l’immigrazione selvaggia e temi annessi.

La mia domanda è la seguente, Monsignore: devo ricorrere a Pirandello per uso personale o a un bravo psichiatra per i “nostri amici”?

 

 

Marina

Caro Monsignore,

non so se essere solidale con Marina Abramovic che ieri è stata “aggredita” a Firenze da un “sedicente artista della Repubblica Ceca”.

Si dice che questo sedicente artista si fosse già reso protagonista di episodi simili. Marina Abramovic pare sia stata assalita all’uscita di Palazzo Strozzi, mentre protestava perchè il nome dell’edificio non finiva di soddisfare la sua tendenza per la coprofagia.

Già, perchè la Abramovic, molto amica di John Podestà, l’organizzatore della campagna elettorale di Hilary Clinton, è nota per “cucinare zuppe al latte materno fresco con aggiunta di, mi scusi, sperma, e di fresca urina del mattino”, e per aver inscenato spettacoli in cui “esprime” la propria coprofagia. mi scusi ancora.

Ma allora avrei alcune domande da porle, prima di esprimere giudizi avventati, che poi mi tocca raccontarle, come al solito, nel confessionale:

1)  Come mai la Abramovic che mangia, mi scusi, merda, ed esegue scritte sui muri col sangue, è accompagnata dalla stella a 5 punte e beve fresca urina è considerata una grande e savia artista americana, mentre il suo aggressore che le ha lanciato addosso una tela, capirà che dolore, col ritratto della Abramovic (almeno lui dipinge), dicono sia uno pseudo artista pazzo della Repubblica Ceca?

2) Come mai la Abramovic, smascherata dal benemerito Julian Assage che contribuì a far perdere le elezioni alla Cinton, amica di Marina, continua imperterrita a proporsi come artista malgrado gli Spirit Cooking (già, i suoi banchetti esoterici con sangue e seme maschile si chiamano così, manco a Master Chef!) e schifezze del genere?

3) Ora mi dica, come mai Firenze, capitale mondiale dell’arte, patria di Giotto, Cimabue, Brunelleschi, Michelangelo, Leonardo e Matteo Renzi, prima introduce in Piazza della Signoria un monumento “stronziforme”, mi scusi Monsignore ma stiamo parlano di quella roba, opera di Urs Fischer e ora invita la signora Marina Abramovic?

Perchè mi sono rivolto a Lei, caro Monsignore? Perchè io ho deciso, sono solidale con lo pseudo artista ceco e, le dirò di più, secondo me è un vero artista, non è cieco ma ceco, infatti ci vede molto bene.

 

Tuttologia

Caro Monsignore,

mi dicono che è da arroganti voler sempre dire la propria idea, che se non sei medico non puoi parlare di vaccini, che se non sei matematico non puoi parlare di Pitagora, che se non sei architetto non puoi dir nulla di Renzo Piano, che se non sei cretino non puoi giudicare certi programmi televisivi.

Insomma, oggi può parlare solo lo specializzato, lui sì che è autorizzato, che sa quel che dice.

Una volta si andava dal medico, cosiddetto generico, insomma, il medico di famiglia, una delle tre massime autorità delle comunità: C’erano il prete, il sindaco e il medico, il resto era composto da gente rispettosa che quando li incontrava per strada doveva genuflettersi o togliersi il cappello.

“Io sono amico del medico” era un’autocertificazione per accreditarsi nei migliori club della società.

Oggi il prete non va più in giro vestito da prete, il sindaco è diventato il simbolo del “son tutti ladri, di destra e di sinistra” e la gente non se lo fila più, e anche il medico ha perso ogni autorità.

Infatti se vai dal medico, e parlo di quelli giovani, perchè gli anziani sono tosti e sanno distinguere ancora il mal di denti dal mal di pancia, finchè parli di malessere generale ti ascolta, ma se inizi a localizzare il tuo disturbo, dopo cinque minuti ti avrà già scaricato sullo specialista.

“Sicuramente sei allergico a qualcosa. tieni, questo è il biglietto da visita del mio amico allergologo”. E il paziente viene indirizzato all’allergologo.

Quelle macchie… vai dal dermatologo!

Hai un brutto colore, vai dall’epatologo!

Fossi in te andrei dal neurologo, io non posso aiutarti.

Corri dal sessuologo, prima che sia tardi.

L’immunologo, devi consultare l’immunologo!

Poi ci sono le varianti creative e alternative, quelle trendy che spesso sono inutili o dannose ma che al paziente piacciono tanto:

“Il mio osteopata mi ha detto che…”

OSTEOCHE????? Ma lo sai che è una branchia della medicina OLISTICA? Sai almeno cos’è?

No, non lo so.

E sai perchè non lo sai? Perchè il prete, che una volta era l’autorità principale del paese il cui medco ti ha mandato da me, oggi gira per strada con la maglia a strisce e in ciabatte, quindi tu non lo identifichi più, quindi ha perso la propria autorità, quindi non conta più ciò che dice, quindi o non dice nulla, oppure dice qualcosa che lo liberi dall’isolamento e che gli restituisca un briciolo di autorità, quindi ciò che l’interlocutore vuol sentirsi dire.

Perciò cosa fa? Lo manda dall’osteopata!

E allora caro Monsignore, nelle nostra parrocchie si organizzano corsi di Yoga, di Reiki, perchè così la gente “arriva”. Poi però iniziano i guai.

Io so che lei è all’antica, forse un po’ troppo, tuttavia potrebbe intervenire, dire qualcosa. Lei va in giro vestito da prete, l’ho vista in bicicletta che per un pelo le si impigliava la talare nei raggi, quindi ha ancora autorità; la usi!

Dicevo, Monsignore, che ti lasciano parlare solo se hai una specializzazione. Poi però accendo la TV e c’è Alba Parietti interrogata sulla Metempsicosi, la stessa simpatica Alba che la settimana prima teneva lezioni sull’artrosi e che domani, magari, la ingaggeranno per servire la Messa trasmessa in diretta su RAI 1.

Allora, vede, lei dice che io sono bastian contrario, ma non le sembra che abbia un po’ di ragione?

Non sono un bartaliano inconsapevole, un “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”, sono cresciuto con Adriano De Zan che cantava le gesta di Moser e Saronni e perfino i miei genitori erano uno per Bartali e l’altro per Coppi, no non c’entra il “bastiancontrariesimo”, c’entra che ho bisogno di presumere di essere informato su tutto ciò che mi bazzica accanto.

Caro Monsignore, mi accusano di essere un tuttologo ma io ne vado fiero. Non si può nascondere la testa sotto la sabbia, delegare tutto agli specialisti.

Il potere ci neutralizza con questa cosa che veniamo utili solo quando possiamo scegliere chi è stato il migliore in campo in Sassuolo – Chievo. Lo dico con rispetto, Monsignore, premere il tasto verde del telecomando non fa parte della legge morale naturale. Dio non credo che mi abbia creato per fare la moviola. 

E nemmeno la movida, che sembra l’unica ragione di vita degli anti tuttologi, i nientologi che vivono e lasciano vivere, che se ne fregano di ciò che accade a un palmo di mano dalle loro incerte certezze, ma restano con un palmo di naso.

Distinti saluti.