Vecchio comunista e vecchio democristiano di sinistra.

L’altra sera sono stato invitato dall’amico Paolo Sorbi alla presentazione del suo nuovo libro sulle “povertà”. L’incontro vedeva come relatore un giornalista locale e un politico ex comunista ora iscritto al Pd, pur ammettendo di essere stato contro la nascita del “nuovo” partito della sinistra.

“Fu un gravissimo errore, tuttavia io pur considerando la scelta sbagliata, sono nel partito, altri esultarono alla nascita ma ne sono usciti”.

Sinceramente non ho capito bene la spiegazione, tant’è che nel suo intervento per presentare Paolo Sorbi, il politico ex comunista a un certo punto ha deviato il discorso in direzione di un panegirico partitico il cui copione sembrava scritto dal fondatore del Partito Democratico più che da un suo criticissimo detrattore.

Al termine della confeenza, mentre aspettavo che Paolo firmasse i libri per poi accompagnarlo alla stazione ad attendere il Frecciarossa per Milano, ho manifestato al politico le mie perplessità sugli argomenti da lui espressi.

Non volevo polemizzare, cioè litigare, perchè quando mi trovo a discutere con qualcuno del Pd la “lite” è dietro l’angolo, perciò l’ho preso con pacatezza e con un filo di ironia, solo che quando inizio ad attaccare usando appunto l’ironia, spesso divento più cattivo che se usassi direttamente le parole che vorrei usare.

Il politico di sinistra, con mia grande sorpresa, mi ha sorriso, ha ascoltato ciò che gli dicevo. A un certo punto s’è avvicinato un anziano imbruttito dalla rabbia. Era un cattolico di sinistra. Che ha interrotto la nostra conversazione e ha detto al politico: “mi raccomando, forza, contro i razzisti!”.

Allora ne ho approfittato per provocarlo e gli ho chiesto chi fossero i razzisti.

Lui mi ha risposto “Salvini!”.

Ma va? Credevi che avessi dei dubbi? Gli ho risposto “perchè?”.

“Perchè Salvini odia i negri!”.

Volevo fargli notare che si dice “neri”, ma siccome non lo penso ho lasciato correre, però gli ho chiesto quando mai Salvini si fosse espresso in tal senso.

“Perchè è così, Salvini odia i negri”.

Avendo colto in pieno il livello culturale dell’anziano incazzato, e considerandolo una povera vittima dei media di regime, gli ho solo chiesto, e l’ho chiesto anche al simpatico politico di sinistra, se fossero a conoscenza dell’accordo dell’Italia sul MES, di cui si parla tanto in questi giorni.

“Come mai il Pd che sta poi poveri lo sostiene mentre la Lega che è razzista e brutta lo combatte? Lo sapete che si rischia un prelievo forzato sui conti correnti della povera gente?”.

Finita la discussione, Paolo aveva finito di autografare i libri, così siamo usciti e prima di andare in stazione ci siamo fermati a un bar di fronte alla stupenda chiesa dei Miracoli. Il giornalista e Paolo Sorbi hanno incalzato il politico dicendogli che ciò che aveva detto su Marx, una rilettura un po’ azzardata, non era vero.

Il politico ha sorriso ancora e ha detto: “Prima lui”, riferendosi a me “e adesso voi, mi mettete in crisi”.

Queste parole me l’hanno fatto apprezzare ancora di più, io lo conoscevo per aver letto alcuni suoi articoli sul quotidiano cittadino, al vetriolo contro il nemico, cioè la destra in generale. Credevo che l’autore fosse uno forte e “cattivo”, invece mi ha dato l’idea di essere buono e molto ma molto fragile. E molto intelligente.

Lui sorridente e in ascolto. L’anziano incazzato e arrogante.

Lui comunista e ateo. L’anziano cattolico ed ex democristiano.

Ancora una volta ho potuto verificare come sia molto più interessante e costruttivo un dialogo con l’ateo.

Perchè è evidente che non avendo Dio, le sue certezze sono dei totem che lo reggono in piedi. Se cadono quelle cade anche lui. Non esiste una logica atea, non esistono valori superiori, infatti dopo due minuti di discorso già parlava del partito, pur avendo spiegato che era contrario alla sua nascita e pure alla sua esistenza.

Il cattolico che invece sta a sinistra, poggia una spalla alla fede e l’altra al partito. Per stare in quel partito è costretto a pensare che l’avversario sia il male e che il suo partito rappresenti in un certo senso la verità, seppur parziale, perchè non gli piace “tutto”, ma siccome dall’altra parte c’è il finto cattolico, lui deve stare con quelli che almeno sono “onesti” e “hanno solo una famiglia” o cose del genere. La buttano sempre sul peccatore nemico, poi però accettano che si voti l’istigazione al peccato (vedi coppie omo, aborto ecc) con la scusa che non siamo in uno Stato etico quindi io la penso così ma non posso costringere lui a pensarla come me.

L’ateo in politica è malleabile e di fronte all’evidenza riesci a scalfire la sua visone ideologica.

Il cattolico non lo sposti di una virgola perchè la sua sicurezza poggia sulla Verità, quindi non può ammettere di aver sbagliato perchè è convinto che cambiare idea sia una bestemmia.

Lo puoi convincere solo se riesci a fargli ascoltare le tue ragioni dati alla mano, ma non riuscirai mai, perchè si rifiuta di ascoltarti. Magari dà ragione all’islamico, è più facile che si faccia parzialmente apostata piuttosto che ascolti le tue ragioni.

 

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