Forse la sua morte e la stupenda testimonianza del suo papà faranno breccia nelle menti guidate dall’ideologia della morte. Forse i più “buoni” capiranno l’amore dei genitori e degli amici di Cito che l’hanno accudito per più di trent’anni considerandolo un uomo la cui vita era degna esattamente come quella dei portatori di morte che stanno per votare l’eutanasia di Stato. Ho conosciuto Cito, di lui potrei raccontare alcuni aneddoti, era un ragazzo deciso, molto sicuro di sè, buono e pieno di iniziativa. Ricordo un episodio che dice tutto su di lui. Una sera in montagna una nostra amica perse un lente a contatto al buio e su una strada non asfaltata. Anzi, non eravamo sicuri del luogo dove l’aveva persa, tuttavia erano le lenti rigide che costavano un sacco di soldi e bisognava in qualche modo provare a cercarla. Ma era come l’ago nel pagliaio, oltretutto, come detto, c’era buio pesto. Decidemmo di andare a casa a recuperare una torcia. A un certo punto mentre scandagliavamo la strada senza speranza, Cito, che invece continuava a cercare, mi bloccò il piede: “fermo!!”. Stavo per pestare la lente e lui l’aveva non si sa come individuata. Era da un po’ di tempo che non mi informavo sulla salute di Cito, del resto la risposta di chi andava a trovarlo spesso era sempre la stessa: “E’ là…”. Sembrava che il tempo si fosse fermato al marzo di quel 1988: Cito è stabile, non parla, non sorride, vive nel suo mondo ma i suoi genitori riescono a capire alcuni suoi segnali. Perchè il dolore innesca un supplemento di sensibilità che porta a vedere ciò che gli altri non vedono. Hector Okamoto ha dato una lezione all’Italia intera. La domanda è d’obbligo: se tutti i media tifano Bonino e Zingaretti, vogliono l’eutanasia e i diritti annessi, come mai Cito Okamoto è diventato un caso nazionale? Parlandone con un caro amico che sta scrivendo un articolo sul coraggio di Hector e sua moglie, ecco la risposta. Il papà di Cito è battezzato ma non è un cattolico praticante. La sua quindi è una testimonianza che non fa riferimento a categorie e princìpi che possono essere accettati da qualcuno e rifiutati da altri. La testimonianza di Hector Okamoto parla di una storia vera, 31 anni di vita, uno sforzo sovrumano ripagato da un amore immenso. Questa è una storia vera che nessuno può permettersi di contestare. Non esiste la scelta di Hector contrapposta a quella di Beppino Englatro, esiste la forza di Hector (probabilmente anche la fede, anche se non frequentava i Sacramenti), che tanti anni fa deve aver insegnato a Cito ad avere coraggio e a non arrendersi mai. “un giorno ti potrà succedere di trovarti al buio su una strada di montagna piena di buche e sassi e di dover cercare una briciola di plastica con una torcia. Tieni duro ragazzo, uno su mille ce la fa e quello sarai tu”.