Sono iscritto a Facebook da 10 anni, fino a qualche tempo fa non avevo avuto alcun problema, qualcuno mi ha più volte detto che bisognava contare fino a 10 prima di scrivere, si sa, i social sono spesso usati per esprimere pensieri non mediati, sensazioni del momento, sfoghi pro o contro qualcosa o qualcuno. Pensavo che bastasse non insultare direttamente chicchessia, del resto per questo non c’è bisogno delle regole della cosiddetta comunità fesbucchiana, ovvio che se mandi a quel paese qualcuno questi si può offendere e se vuole romperti le scatole la la strada in discesa.
All’improvviso l’inverno scorso qualcuno deve aver segnalato un mio post ed è così partita la cesura. Prima ti sospendono qualche ora: Un tuo post non ha rispettato le regole della comunità ed è stato rimosso.
Poi ti vietano di scrivere per tre giorni, poi per una settimana, poi per un mese.
E da questo momento ogni volta che trovano una parola politicamente scorretta, scatta il mese di sospensione.
A me è successo ormai, complessivamente, circa 6 o 7 volte, per un totale di circa 4 mesi. L’altro giorno Zuckerberg ha detto che fosse per lui Facebook non censurerebbe nessuno. E allora chi decide in casa sua? Una moglie? La suocera? Le lobby? Eh ma le lobby chi, non esistono, sei il solito complottista complottardo! Così è, però è bello e va bene così: Se nessuno ti segnala e nessuno ti censura significa che stai col “mondo”. Io non ci sto, sono un uomo libero e se voglio scrivere la parola finocchio, ovviamente senza offendere nessuno, la parola “negro”, come veniva usata da razzisti ideologicamente criminali come Voltaire, il paladino dei neo censori, lo faccio. Chi ha la zucca vuota la riempie di regole idiote e passa la vita andare il bacchettatore degli altri. In un mondo senza morale avanzano i moralismi e i moralisti. Puntano il dito contro chi usa una parola vietata virgolettata ma approvano le nozze gay e l’utero in affitto. L’origine di tutto ciò non è l’utero delle loro povere madri ma Lutero senza apostrofo. Il discorso andrebbe approfondito ma il padre del relativismo è lui.