Caro Monsignore, vede?

Caro Monsignore,

vede che avevo ragione? Mi lamentavo perchè il mio parroco riduceva il problema dell’Africa e dell’immigrazione a un fatto di ordine materiale, la fuga da una presunta fame, pur avendo presente le immagini che ci giungevano dalla “Diciotti” e da altri barconi carichi di africani e pur potendo constatare che nessuno dei soggetti, tutti maschi, a bordo appariva denutrito, quindi qualcosa non quadrava.

Stamattina il parroco ha introdotto l’ultima omelia di fra Giuseppe che dopo sei mesi di cure ospedaliere torna nel suo Ghana.

E di cosa ha parlato fra Giuseppe? Forse dell’immigrazione vista dalla parte dei porti della partenza, quindi emigrazione? Forse dei bambini che muoiono di fame? Forse del nord ricco che sfrutta il sud povero? Forse del fascismo dal quale ci salveranno le ONG che gestiscono le carrette del mare? Forse del sindaco di Riace cui verrà conferita una laurea honoris causa in baobab? Forse del rapporto debito pil e dello spread?

No caro Monsignore, Giuseppe l’africano ci ha spiegato quali sono i mali del mondo, Africa compresa: La rottura della famiglia, l’abbandono della fede in Cristo, l’aborto.

Le chiedo un favore, potrebbe chiedere ai signori che governano la curia della mia città di mettere in naftalina il sacerdote che gira per le parrocchie a predicare sulle isole ecologiche e sui cassonetti differenziati e di far invece girare le prediche di fra Giuseppe? Perchè, sa, se al termine della predica il parroco ha detto “tenete bene a mente le parole del missionario” ma dalla prossima settimana riprenderà a dire che chi non vuole l’immigrazione è in peccato mortale (ed è comunque già qualcosa il fatto che abbia accennato all’esistenza del peccato mortale), temo che la prossima predica contenente Gesù la sentiremo a Natale.

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