Castelletti e merli.

Cara Laura Castelletti, candidata a guidare il comune di Brescia, avrei un paio di domande da porti: Conosciamo tutti (anzi, molti elettori fanno finta di non conoscerle) le tue tendenze ideologiche. Sappiamo tutti (tranne quei molti ignari elettori di cui sopra) che sei la candidata più a sinistra della storia della città, una specie di Emma Bonino. Sei a favore di tutte le storielle ideologiche spacciate in questi anni per diritti dalla sinistra, in pratica un’esponente (con l’apostrofo in quanto donna) del mondo radical. Ora però possiamo dire che “qui casca l’asino”. Asina non sei certo tu, probabilmente lo saranno coloro che ti voteranno a occhi chiusi. Casca perché nei manifesti elettorali sei incorsa in un clamoroso errore che sa tanto di società patriarcale, come dice la nuova leader svizzero americana del PD. Casca e mostra un bel po’ di ipocrisia: da ANNI rompete le balle col linguaggio boldriniano, con la declinazione al femminile di tutte le parole che noi ingenui eravamo convinti che potessero applicarsi indifferentemente a maschi e femmine: magistrato? Ora una donna è magistrata, assessore? Assessora, per arrivare a sindaco – sindaca. Avete lottato per usare quella parola orribile, era così bello dire la signora sindaco, al massimo s’era sentito dire sindachessa, anche se a me non piaceva. Ma vada per sindaca. Dovessi per disgrazia vincere le elezioni io ti chiamerei sindaco, ma ognuno faccia come crede. Tu però devi essere coerente, invece vedo che sui manifesti elettorali ti definisci sindaco. Ma allora hai preso per i fondelli le tue elettrici? Non solo, ti vesti da maschietto e nel manifesto elettorale diventi pure azzurrina e priva di rughe, grazie non a un pellegrinaggio a Lourdes ma a una gita su Photoshop. Ti accorgi che sei incoerente? Voi donne dalle panchine rosse, dalle quote rosa e dal pensiero arcobaleno quando si tratta di parole al vento proclamate il pensiero unico di cui siete gli aedi (o le aede). Poi ci sono le elezioni, si passa al concreto, capisci che dire sindaca non porta voti e per magia ecco un vero sindaco, improvvisamente neutro con giacca da impiegato e colore da fiocco azzurro, e un bel vaffanculo alle mille battaglie delle donne! Proprio oggi che è la festa delle donne, che delusione cara Laura i cui capei d’oro non erano sparsi a l’aura ma ordinati quasi alla perfezione e non più nemmeno d’oro ma azzurrini maschietto. Che delusione!

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