Bando all’ipocrisia. Oliviero Toscani era una persona pessima per le provocazioni spesso blasfeme, per le idee malate, per la maleducazione: affermò che chi vota la Meloni è un deficiente. Ora, sarai anche defunto ma deficiente eri tu. Lo testimoniò tua figlia in una lettera che diceva tutto sulla brutta persona e il cattivo esempio che eri. Ovviamente il disturbo spirituale si evidenziava quando insultava la Chiesa e il Papa. Per questo fu denunciato per vilipendio. Tutte le battaglie radical sinistre lo vedevamo schierato, era il mainstream fatto persona, nessuna originalità. E le fotografie? Provocazioni per vendere e fare quattrini, nulla di più. Insomma, chi oggi lo celebra come ennesimo santo laico laicista sul calendario dei senzadio non fa che ripetere il tragico copione di un mondo di falliti che se la suonano e se la cantano, di fatto una farsa assurda per esaltare gli errori di un cattivo maestro per giustificare i propri. Dimenticavo, Toscani mi stava enormemente sulle balle anche per il suo ovvio odio verso San Giovanni Paolo II, e in questo toccò il top della pochezza spirituale. “La Chiesa sembra un club sadomaso” disse tra le tante gentilezze riservate, probabilmente per invidia ai cristiani. Oggi quella frase la si potrebbe rivolgere a chi su Avvenire ha scritto “lo scatto umano e ribelle”. In effetti definire umano un uomo del genere dopo che ti ha attaccato per decenni è da masochisti. Al limite bisognava limitarsi a perdonarlo e a pregare per lui. Che come tutti, per la misericordia divina, in punto di morte avrà avuto certamente la chance decisiva per poter invocare Dio, questo è l’augurio che bisogna fare a tutti gli esseri umani noi compresi, questa è la materia del nostro “non giudicate” e qui bisogna fermarsi. Ma è obbligatorio dire male degli esempi pubblici lasciati da un cattivo maestro che non andrebbe celebrato ma compatito. Perché per essere così avrà certamente avuto dei problemi e delle sofferenza interiori che dobbiamo augurarci abbia infine risolto.