Ferrara e il Foglio: considerazioni spicciole.

Bei tempi quando il Foglio era un quotidiano di destra e controcorrente. Da anni Giuliano Ferrara e soci sono caduti in pasto al progressismo, del resto Ferrara ha succhiato latte comunista da bambino e prima o poi doveva tornare, le nostalgie della terza età portano a vedere belli i 18 anni anche se belli non erano. Mi colpisce che un uomo intelligente di cui ho sempre detto tutto il bene possibile, mi riferisco a Padre Livio, si abbeveri sempre a questa fonte. Tra l’altro se Ferrara nell’era Ratzinger sembrava trascinato sulla via della conversione, presto, ancora prima delle dimissioni e dell’elezione di Bergoglio si era capito che la sua era un’infatuazione per l’intellettuale Benedetto, un innamoramento che non portava però laddove avrebbe dovuto, cioè a Cristo. Su questa strada molti, anche molto meno intelligenti di Ferrara, hanno sbandato beccando tutte le buche possibili e immaginabili, lui però, proprio perché intelligente doveva fermarsi. E Padre Livio, che negli anni ha giustamente allontanato dalla radio quelli che apertamente contestavano Francesco, ci è cascato rivalutando il prof. De Mattei e pubblicizzando quotidianamente tutti coloro che hanno sulla vicenda Russia Ucraina un unico pensiero. L’altro elemento che ha portato fuori strada e ha creato nuove alleanze è stato certamente il COVID con vaccini annessi. Risultato? Che oggi chi dovrebbe coerentemente e naturalmente sostenere Donald Trump, se non per simpatia personale quantomeno leggendo i fatti, la storia, le vicende internazionali degli ultimi anni, incredibilmente sostiene Biden o, peggio ancora, i burattinai e gli armocromisti che si stanno azzuffando per sostituirlo e fargli cambiare destinazione e colore: dalla Casa Bianca ad Anni Azzurri.

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