10 anni fa conobbi Roberto Bignoli grazie al contatto su Facebook con Paola Maschio, sua moglie. Non sapevo chi fosse ma quando Paola mi disse che era l’autore di quella che da 30 anni è di fatto diventata la “sigla” di Radio Maria, e mi raccontò la sua storia che poi approfondii, lo contattai, anche perché nel frattempo conobbi Ignazio Baresi, proprietario di RTB, una TV locale bresciana, che mi propose di organizzare una serie di trasmissioni con tematiche “cattoliche”. L’amica Daniela si propose come conduttrice e con l’aiuto di un amico cercammo dei personaggi adatti a “Controcorrente, i falsi miti del progresso”, così chiamammo quel programma. Roberto si disse subito disponibile e ne uscì una bella serata che poi ripetemmo con altri ospiti, Renato Farina, Pietro Sarubbi, Francesco Agnoli, Sabrina Pietrangeli. Con Roberto scattò subito una bella amicizia, soprattutto telefonica, infatti dopo quella sera lo incontrati non più di un paio di volte in occasioni di sue esibizioni, in particolare quella di Palazzolo dalla mitica, vulcanica suor Rosalia Ravasio della Comunità Shalom. Quando sentivo Roberto al telefono stavamo collegati anche più di un’ora per parlare dei “massimi sistemi”, in un’occasione mi chiese pure se volevo fargli un’intervista da proporre alla rivista mensile “La Roccia”, durata poco ma assai interessante, edita da Shalom (che non c’entra con “quella” di suor Ravasio), e in un collegamento Skype che ho registrato e conservo gelosamente, mi raccontò i dettagli della sua storia, della sua conversione a Medjugorje, di come aveva conosciuto sua moglie. Mi risultò difficile farne un articolo in cui non si ripetessero le stesse cose già dette in altre occasioni a giornalisti “veri”, tuttavia Roberto era soddisfatto ed ero felice che avesse apprezzato. Circa sette anni fa a Brescia ci fu un evento musicale con dei gruppi di musica cristiana, nel palinsesto compariva anche Bignoli, così andai per salutarlo, ma visto che il suo “turno” non arrivava mai, ne chiesi spiegazione a uno degli organizzatori e mi rispose che non aveva potuto essere presente. Mi aveva accennato al telefono a un problema di salute ma senza enfatizzare troppo, pensavo che non si trattasse di niente di grave. In seguito provai a contattarlo al telefono ma non mi rispondeva. Il 13 marzo 2018 la nostra amica Daniela, mi chiamò al cellulare e mi disse che Roberto era morto. Sono grato al Signore di averlo conosciuto, anche se per soli 4 anni, e di essergli stato amico, e ogni volta che a Radio Maria parte il jingle “una luce irradia il mondo…” Roberto è vivo e presente in mezzo a noi, e spesso inserisco la chiavetta per ascoltare interamente questa bellissima canzone che in quei pochi secondi “famosi” non rende abbastanza. Sono passati 6 anni ma Roberto Bignoli canta ancora con noi.