Prima fascista, poi comunista, plaudì all’invasione sovietica in Ungheria, quindi come esponente del PCI, cioè della stessa famiglia, non essendosi dissociato ne fu complice. Nel 2009 rifiutò di controfirmare un decreto targato Silvio Berlusconi per evitare l’uccisione di Eluana Englaro. La ragazza fu trasportata in Friuli presso una clinica compiacente e lì morì di fame e forse anche di altro. Napolitano fu complice di quella morte che aprì il varco a una nuova antropologia mortifera in Italia. Nel 2011 di fatto costrinse l’Italia a concedere le basi per la guerra che la Francia di Sarkozy stava portando alla Libia di Gheddafi e che indirettamente era anche una guerra contro gli interessi italiani in Libia, tessuti con pazienza e bravura da Berlusconi. Napolitano fu quindi complice dell’uccisione di Gheddafi e dell’invasione europea di uno stato sovrano africano, compiendo il capolavoro di concedere al nemico le basi per attaccare l’economia italiana. Non c’è da meravigliarsi se Napolitano nel 2016, all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca affermò che si era trattato di uno degli eventi più sconvolgenti della storia del suffragio universale, biasimando un presidente reo di essere , a differenza di Napolitano, un uomo di pace.
Da Presidente della Repubblica accettò un secondo mandato in piena violazione della Costituzione creando un vulnus nelle Istituzioni che ancora oggi continua col Mattarella bis. Napolitano almeno si dimise dopo due anni, Mattarella no.
Oggi è un susseguirsi di coccodrilli, c’è chi lo celebra persino per essere stato presente sugli spalti di Berlino per assistere alla vittoriosa finale mondiale del 2006 contro la Francia. La scelta di un funerale laico dimostra che Napolitano non si è convertito, quindi fa piacere constatare che tra tanti commenti ridicoli, in una gara a chi la sparasse più grossa, spiccano quelli di Papa Francesco e di Matteo Salvini che assicurano a Giorgio Napolitano un ricordo nella preghiera, cioè l’unica cosa che conta per la salvezza delle anime, anche quella dell’ex fascista poi comunista poi ex comunista Napolitano Giorgio.