Blackout.

Semaforo rosso. Che palle, un minuto e mezzo ad aspettare, che noia! Afferro il cellulare e, per inerzia e per abitudine il dito mi finisce sull’icona di Facebook. Che cosa puoi guardare in un minuto e mezzo che ormai è diventato un minuto? Nulla. Che cosa facevo al semaforo quando non possedevo uno Smartphone? Boh, chi si ricorda! Un minuto ma non mi entra Facebook, come mai così lento? Sono preoccupato, come faccio a sapere in tempo reale che cosa ha scritto il mio amico che aveva commentato il post di una mia amica che avevo commentato anch’io, andando contro quel mio amico? Come faccio a lasciare che il semaforo diventi verde se non mi è possibile avere chiara la situazione su facebook? Il semaforo è verde, chissà cosa è successo. Per fortuna anche il semaforo successivo è rosso, io che li voglio sempre verdi e che sono solito accusarli di timidezza, “appena mi vedono diventano rossi” lamento sempre,  con un pizzico di vittimismo e mezzo pizzico di ironia. Stasera no, voglio che siano rossi perché devo assolutamente connettermi e avere sotto controllo la situazione mondiale. Se dovessi andarmene da Facebook chissà cosa accadrebbe. Io, che sono indispensabile al pianeta, decisivo nelle decisioni sullo scacchiere internazionale, come potrei mai abbandonare il pianeta al suo destino?

Nulla, il semaforo è verde ma Facebook non funziona. Anzi, ora mi ha pure sbattuto fuori e, oddio, sono due mesi che non metto la password, qual era? Dunque, questa no, era quella di 10 anni fa, poi l’ho cambiata, ma anche recentemente l’ho cambiata. Vado su Gmail, funziona, è già una bella notizia ma della mail con la password non c’è traccia. 

Ok, o è questa o quest’altra. Provo ma proprio non si riesce a entrare in Facebook. Allora decido di chiedere ai miei amici se anche a loro non funziona, ma i miei amici su WhatsApp non ci sono. Anche WhatsApp è bloccato, come faccio? Oddio, non vorrei mai che si tornasse all’inizio degli anni ’90, che in fondo avevano un loro fascino ma il computer lo usavo per giocare a Prince of Persia, non avevo la pay-tv e il massimo del passatempo casalingo consisteva nel guardare il Costanzo show fino all’una di notte. Ora Costanzo, che prima pronunciava il 70% della consonanti e il 90% della vocali, è sceso sotto la soglia di ciò che può definirsi linguaggio umano, è inascoltabile e non c’è tutte le sere, credo. Che faccio, mi guardo una trasmissione sulla politica sapendo che non potrò sfogarmi su Facebook, quindi dovrò tenermi dentro la rabbia che si accumula nel mio cervello quando ascolto per più di 30 secondi Vladimiro Guadagno che si fa chiamare Luxuria o Floris, chiedendomi se sia genitivo, ablativo o un detersivo?

È tardi, Facebook e WhatsApp non si fanno vivi, sono preoccupato e penso a cosa accadrà quando una mattina mi sveglierò, troverò tutto chiuso, social, mail, siti, e mi accorgerò che Prince of Persia non gira su Windows 11… 

 

 

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