Era il mese di settembre dell’anno 2018: in piena campagna elettorale per eleggere il presidente del Brasile, il candidato Jair Bolsonaro subì un attentato, una coltellata all’addome inferta da un simpatizzante di Lula, l’ex presidente tanto caro alla sinistra democratica e cattocomunista, condannato a 12 anni e un mese di carcere per corruzione e riciclaggio, famoso per aver affermato “il mio partito pro aborto non esisterebbe senza la teologia della liberazione” e per avere criticato Benedetto XVI che implicitamente suggerì ai cattolici brasiliani di non votarlo in quanto abortista, il cui partito fu addirittura additato come “partito della morte” da alcuni vescovi coraggiosi. Bolsonaro fu ferito una prima volta da quella coltellata. Dovette sospendere la campagna elettorale, guarì, fu eletto e dal 1 gennaio 2019 è il Presidente del Brasile. Quando in un suo tweet a fine 2020 affermò che “per quanto dipende da me e dal mio governo, l’aborto non sarà mai legalizzato in Brasile”, la ferocia anticristica della sinistra mondiale e di tutti i “partiti della morte”, schiumò rabbia all’inverosimile. Non riuscivano a capacitarsi del fatto che un cattolico, considerato ovviamente di “estrema destra” da tutti i lacchè del pensiero unico e triste, potesse permettersi di interrompere l’avanzata del “progresso”. Anche in Vaticano iniziò la guerra al presidente verde-oro, che infastidito dalla convocazione del “creativo” sinodo sull’Amazzonia, decise di non incontrare Papa Francesco, che invece abbracciò l’abortista Lula che, alla sua uscita dal carcere, entusiasta, affermò che insieme si battevano “per un mondo più giusto”, probabilmente con alcune deroghe riguardanti corruzione, riciclaggio e pure l’aborto…
Bolsonaro divenne il bersaglio di tutta la bella gente mondiale e mondialista che lo accusò di voler distruggere l’Amazzonia. Tiggì e media di regime trasmettevano le immagini degli incendi boschivi, che in un’area vasta 22 volte l’Italia sono di routine, e ovviamente la colpa era di Bolsonaro! Arrivarono persino a trasmettere immagini sì amazzoniche ma extra brasiliane, perché probabilmente un cattolico non progressista, anti abortista e di estrema destra è dotato di particolari tecnologici lanciafiamme a gittata infinita. Poi arrivò il Covid e Bolsonaro divenne il responsabile della pandemia. Strano a dirsi, mentre in Italia il governo Conte e i suoi amici negazionisti che abbracciavano il cinese, discriminato perché qualcuno aveva osato affermare che un virus che arriva dalla Cina è cinese, continuavano imperterriti a governare dopo aver gestito malamente la situazione, con tanto di scandalo relativo agli appalti per le mascherine, secondo i media di regime, nel mondo, gli unici cattivoni complici delle virali proteine Spike erano Trump, Johnson, Bolsonaro e Putin. Strano.
Oggi Jair Bolsonaro, a un anno dalle nuove elezioni brasiliane, non può più essere oggetto di attentati di matrice pacifista-luliana-per un mondo più giusto: darebbe nell’occhio. Che cosa prevede allora il banale, scontato, abusato, programma di tutte le sinistre di tutti i Paesi di tutti i tempi? Una bella azione giudiziaria!!! Ed ecco allora una soave commissione d’inchiesta a orologeria, del Senato. “In un rapporto di 1.200 pagine i senatori hanno elencato tutte le mancanze del presidente brasiliano nella gestione della pandemia. Anche se non dovessero avere conseguenze legali, le accuse stanno mettendo ulteriormente in crisi la popolarità del leader di estrema destra: la sua rielezione nel 2022 non è affatto sicura”. Questo il titolo del giustizialista Fatto Quotidiano, in pieno orgasmo ogni volta che il profumo ferroso della ghigliottina aleggia nell’aria. Tra i motivi dell’accusa a Bolsonaro c’è la sua raccomandazione all’uso dell’idrossiclorochina per curare il virus cinese che non è cinese, ovvero il fumo negli occhi per chi oggi si addormenta serenamente la sera contando le dosi vaccinali al posto delle pecorelle. Per la cronaca, Bolsonaro ha pure subìto la giusta e democratica censura sui social, un po’ come era capitato a Trump. Del resto nel mantra dell’ultra tolleranza sinistra “non sono d’accordo con le tue idee ma darei la vita affinché tu le possa esprimere”, si parla chiaramente di vita, non di WiFi o roba del genere.
Staremo a vedere come proseguirà questo processo, e comunque Bolsonaro è anche responsabile del Global Warming, infatti la dea Greta l’ha da tempo iscritto al registro degli inquinanti. Ma lui le ha risposto per le rime: “Sbalordisce la quantità di copertura che la stampa offre a quella mocciosa”. Set, game, match!
Nota bene. Tra gli inquisitori del Presidente brasiliano c’è un giudice della Corte Suprema, Luis Roberto Barroso, già avvocato difensore dell’ex terrorista italiano, Cesare Battisti.