Continua l’interessamento per il mio thriller cattolico, sono molto contento che molti lo apprezzino, lo ricevono a casa e postano la fotografia del libro appena scartato.
Mi fa piacere perchè se ho scritto questa storia è per lanciare una sfida a me stesso: potrò gradualmente dire di essere uno scrittore? Potrò cioè realizzare un vecchio sogno che in pratica è nato quando ero bambino e volevo sapere tutto dal tappezziere che applicava i rotoli di carta da parati in casa nostra o dall’operaio dell’Enel che stava piantando il palo della luce davanti alla casa in montagna dei nonni per poterlo raccontare ad altri, e che oggi sto provando a trasformare in realtà?
Sono solo un illuso che non vuole guardare in faccia una realtà che dice che se scrivi romanzi dovrai comunque continuare a cercare di far cassa altrove perchè “carmina non dant panem”?
L’altro giorno per scherzo ho detto che mi manca ancora tanto al milione di copie vendute. La sparata del numero alto serve solo per non porre limiti alla Provvidenza, per far continuare un sogno la cui parte più difficile era scrivere una storia bella e trovare un editore che la apprezzasse. La fase tre la vedevo lontana e dicevo, se riesco ad arrivare lì, poi sarà tutta discesa, perchè sicuramente salterà fuori un bel libro e avrà fortuna. Ora non dico più niente, vedo che c’è un certo interesse, che molti l’hanno acquistato, ma non conosco i numeri, 100, 200, 1000, 50? Chi lo sa! Andiamo avanti, ma voglio ricordare una frase che ho citato altre volte e che mi disse la mamma quando andavo al liceo e non sapevo quale università scegliere perchè non avevo davvero idea di cosa fare e non avevo troppa fiducia in me stesso: “Ricordati che nella vita è importante sapere, è importante fare, è molto importante saper fare ma è essenziale far sapere”. Sono arrivato al livello tre di questo gioco, e alla fase quattro del memorandum di mia mamma: posto che il mio romanzo è bellissimo, e lo dico perchè mi piace, se non mi fosse piaciuto non avrei cercato un editore, ora è il momento del “far sapere”.
Credevo fosse la parte più semplice, invece è ovviamente la più difficile, quindi stiamo a vedere.
Ah, dimenticavo, dovrò cercare un titolo bello come “La Moneta dell’Inganno” per la storia che sto scrivendo e mi sa che chiederò aiuto ancora una volta a Matteo Orlando, colui che me lo ha suggerito.