Zan e zanzare, le insidie estive.

È iniziata l’estate, fa un caldo boia, a Radio Vaticana dicono che tra meno di 50 anni il global warming farà seccare il pianeta. 20 giorni fa c’era freddo, quindi sorge un leggero dubbio, cioè se sia il caso di cacciare i vertici di tale radio che sembra più l’organo ufficiale di Greta Thunberg, la ex studentessa assenteista famosa per aver recitato il film “Tra un po’ arriverà la pandemia e non mi cagheranno più ma era tutto deciso a tavolino”, ovviamente un tavolino ecologico costruito con materiali di riciclo.

Sono arrivate le prime zanzare, ed è arrivata anche l’ora dell’approvazione del ddl Zan, una legge onomatopeica che in nome della libertà di espressione taglierà gli articoli della Costituzione che la difendono. Volevano chiamarla Zac ma Zan pare sia un taglio più dolce.

Zan è una persona molto istruita, accogliente, inclusiva e soprattutto coerente, e lo scopo di questo articolo è quello di dimostrarlo per fare sì che cresca la stima per quest’uomo tutto d’un pezzo.

Oddio, forse si sarà espresso male, uno come lui così democratico e tollerante non potrebbe mai sostenere che se il Vaticano denuncia il tentativo di violare il Concordato, cioè un accordo tra stati è un’ingerenza, se invece alcuni stati entrano a gamba tesa su una legge ungherese che tutela i minori è un atto dovuto.

Io personalmente credo che se fossi in Lui cercherei di fare la pace con me stesso e ammetterei in pubblico di aver fallito. Credo che l’orgoglio non gli consentirà questo gesto onesto, pazienza, intanto cerchiamo di tenere duro e di fare sì che la sua legge, definita “fascistissima” in quanto molto somigliante a certe cesoie del ventennio, non passi. Presto finirà la bufera e Zan tornerà a essere la seconda parte del cognome di un grandissimo cronista sportivo, Adriano De Zan, che quando una tappa si risolveva con una volata in gruppo sparava il nome di tutti i corridori e non ne sbagliava uno. Grandi uomini hanno lavorato in RAI quando i concorsi prevalevano sulle tessere di partito. Grandi uomini sedevano in Parlamento prima dell’avvento delle deviazioni ideologiche.

Evviva evviva la coerenza!!! Leggi tutto “Zan e zanzare, le insidie estive.”

La lobby gay è contro gli omosessuali.

Se fosse tutto così normale, che bisogno ci sarebbe di costringere i passanti ad abituarsi alla visione dell’arcobaleno e della pubblicità di Netflix con relativa scritta (che non significa un bel niente)?

Si chiama dittatura del pensiero unico, imposta passo dopo passo, facendoci abituare gradualmente a tutto.

Se all’improvviso trent’anni fa ci fossimo trovati tra i piedi questa passatoia, sarebbe bastata la protesta di un passante per farla rimuovere.

Oggi, non solo i passanti se ne fregano, ma se dici qualcosa ti dicono che sei omofobo, termine molto vago e senza alcun significato razionale, usato per escludere chi dissente.

Viviamo in una terribile dittatura, talmente diabolica e talmente subdola che qualsiasi sondaggio fatto per strada direbbe che secondo il 90% degli intervistati siamo tutto sommato liberi di fare ciò che vogliamo e che la libertà di espressione è per fortuna garantita.

Molti di questo 90% risponderebbero anche che è giusto che ci siano giornate dedicate alla memoria dei genocidi, e direbbero di essere stupiti di come, durante il periodo dei lager tedeschi, la gente facesse finta di niente.

Fanno gli antifascisti, cantano Bella Ciao, organizzano le gite scolastiche ad Auschwitz, relegando un genocidio a passeggiata vacanziera ma non si accorgono di essere assuefatti a un’ideologia che potenzialmente è la più pericolosa della storia umana.

È l’ennesimo ritorno della Gnosi, ovvero del tentativo dell’uomo di sostituirsi a Dio e stabilire secondo i propri pruriti cosa sia bene e cosa male.

Questa buffonata degli arcobaleni e le sfilate dei pride, altro non sono che un attacco alla dignità delle persone omosessuali che da queste carnevalate non si sentono né rappresentate né tutelate.

Inginocchiati al nulla.

 

Una perfetta analisi di Eugenio Capozzi sul nuovo diktat del progressismo violento e ignorante.

 

In Occidente il grande circo Barnum dello sport miliardario è diventato sempre più – come altri settori dell’intrattenimento di massa – la vetrina pubblicitaria di una ipocrita, superficiale, fasulla propaganda “antirazzista”, come al solito fondata sulla auto-colpevolizzazione in blocco dell’Occidente stesso come “sistemicamente” oppressore.

Una delle più eclatanti manifestazioni di questa pantomima è la recita degli “inginocchiamenti” lanciata dai nababbi ideologizzati del football americano e del basket NBA nel 2020 per sostenere la tesi costruita a tavolino, statisticamente infondata, secondo cui la polizia statunitense sarebbe più violenta con gli afroamericani, e per sostenere un movimento di sinistra estrema chiamato Black Lives Matter, che sulla base di quella tesi, accettata come un dogma da tutti i media progressisti, ha costruito una campagna di aggressione violenta non solo alle forze dell’ordine, ma a ogni caposaldo dell’ordine liberaldemocratico e alla sua storia, minando le basi della convivenza tra le diverse culture e puntando a una vera propria guerra civile. Proprio come i “radical chic”, i ricchi borghesi infatuati delle violente “Black Panthers”, impietosamente immortalati da Tom Wolfe nel 1970. Ma con ancora maggiore arroganza, e questa volta con tutto l’establishment informativo e sportivo dalla loro parte.
L'”inginocchiamento” che tira la volata agli estremisti illiberali si è diffuso così a macchia d’olio – per imitazione sciocca, condizionamento sociale e ricatto mediatico – a molti altri sport, tra i quali non poteva mancare il calcio, sempre più dominato da una untuosa retorica politically correct che nasconde gli interessi di potentati e regimi che con libertà e uguaglianza non hanno nessuna familiarità (come i petrodollari del Qatar, prossimo organizzatore dei Mondiali, tanto per citarne uno). E non poteva che mietere successi in un’Europa sempre più conformista e odiatrice delle proprie radici. Pronta a indignarsi per presunti soprusi verso i neri d’America, la minoranza etnica oggi meglio integrata e più tutelata nel mondo, mentre fa finta di ignorare il razzismo vero, violento, assassino oggi nel mondo: come quello del regime cinese verso gli Uiguri e i tibetani, o quello degli integralisti islamici verso i cristiani e gli ebrei in Africa, in Medio Oriente e nello stesso Vecchio continente.
I calciatori europei che si inginocchiano, contro la propria civiltà – che è l’unica che lo schiavismo e il razzismo li ha combattuti e banditi – sono ignoranti e conformisti, seguono la corrente senza sapere nemmeno il significato di quello che fanno. Che ci siano anche in Italia, e che i media più ignoranti e conformisti di loro, li appoggino, e cerchino di criminalizzare ridicolmente chi non si piega a questa messinscena, addolora ma purtroppo non stupisce, visto il contesto e i precedenti. Tanto più va allora reso onore a chi, tra gli atleti italiani e di altre nazioni, non si conforma, e resta in piedi mantenendo il proprio spirito critico, la coscienza della propria libertà, la propria dignità, il senso della decenza.

Solo “rovescio” poco “diritto”.

Stavo ascoltando con curiosità la trasmissione di Rete 4 di Paolo Del Debbio. Si parlava di Islam e sottomissione delle donne. Ospite la solita nome arabo con l’aggiunta di “Murgia”, probabilmente il cognome del marito. Daniela Santanchè e Giuseppe Cruciani insistevano nel dire che nel Corano c’è scritto tutto ciò che poi avviene nella realtà e che non si tratta di maschilismo o femminicidi ma di messa in pratica di ciò che è detto nel libro sacro dell’Islam. Lo confermano le interviste fatte in tutte le salse, è inutile nasconderlo, mille mila intervistati dicono che è giusto uccidere perché lo vuole Allah, è inutile barare. Ovviamente chi mente sostenendo che non è vero, cerca di imputare all’ignoranza di chi vive nelle zone rurali ogni violazione dei diritti umani. Lo fanno per mestiere anche contro quei cattolici che non si “aggiornano” e continuano imperterriti a credere. Cruciani si porta appresso il Corano e dice che è tutto scritto lì.

E allora ecco l’intervento del solito deputato del PD, tale Andrea Romano, che estrae dal cilindro la solita balla: “Anche nella Bibbia si invita alla violenza…” e ripete a memoria un passo del Levitico in cui si dice che se un uomo va con un uomo deve essere messo a morte.

La Santanchè gli risponde che nella Chiesa Cattolica esiste una gerarchia, c’è un’interpretazione e… basta.

Ma come, basta questo? Ovvio, per semplificare, ma manca tanto, per esempio:

1) Il Cristianesimo NON è una religione del libro, le Sacre Scritture NON vanno prese alla lettera.

2) 2000 anni fa nacque Gesù Cristo e con lui il Vangelo. Noi cristiani non siamo vincolati a nessun precetto che prescinda dal Vangelo. Gesù ha dato pieni poteri a Pietro, tutto quel che legherai e scioglierai sulla terra lo sarà anche in cielo. Altro che Levitico!!

3) Chi segue pedissequamente certe regole non sono i cristiani ma gli ebrei, che tuttavia non hanno mai predicato la violenza.

4) Chi accusa coloro che seguono le regole del Levitico è antisemita, perché significa screditare e deridere quelle che per noi sono regolette assurde, vedi la serie di disposizioni alimentari che con Cristo vengono chiarite e abolite. Perché questi signori invece di studiarsi a memoria un pezzettino di Bibbia non si sforzano di comprendere ciò che ripetono a vanvera?

5) Spesso si accusa la Chiesa di essere un monolite antidemocratico, si cerca di demolire il primato petrino perché negherebbe la libertà e non metterebbe la Chiesa in contatto coi cambiamenti della società. Ma abolire le gerarchie significherebbe dar ragione alle farneticazioni di Romano. Noi crediamo in Dio fatto Uomo, morto per salvare l’uomo e risorto il terzo giorno. Se venissero spazzate vie tutte le copie esistenti al mondo delle Scritture, rimarrebbe il cuore della nostra che non è una religione ma un evento: la venuta di Gesù per salvarci. Il resto, ciò che è venuto prima, va letto alla luce di ciò che è stato rivelato poi.

6) L’Islam nasce sei secoli dopo Cristo, non è una religione di origine divina, infatti il suo fondatore non ha mai detto di essere Dio. Si fonda sul Corano, si è espansa con le guerre, non ha un interprete accreditato dall’alto per spiegare le sure del Corano. Ciò che è scritto è sacro e chi lo dissacra viene ucciso.

A un certo punto la signora dal nome arabo seguito da “Murgia”, imbeccata da Daniela Santanchè che tira in ballo la poligamia, afferma: “e che c’è di male, se le donne sono consenzienti va bene anche la poligamia”.

Qui casca l’asino ma credo che NESSUNO se ne sia accorto, perché Del Debbio stava interrompendo la discussione. Di fatto la signora Murgia (ormai diventato un cognome tanto ricorrente quanto inquietante in TV) stava dicendo che la legge italiana NON conta.

Nessuno le ha detto che la poligamia è REATO.

Nessuno domani protesterà.

Nessuno avrà da ridire e alla prima occasione una squadra di telecomandati si farà il segnetto rosso sul viso spiegandoci che bisogna combattere la violenza sulle donne.

È vero che il testimonial n.1 del calcio italiano s’è comprato due figli, sottraendoli in cambio di denaro alle loro madri, quindi io problema non è solo dell’Islam ma anche dei nostri progressisti, quindi la posizione di Romano è coerente con una visione perversa della realtà, ma è altresì vero che il silenzio assordante di chi non si degnerà di un’alzata di voce per urlare a questa signora dal nome islamico seguito da Murgia che NON può stare in Italia chi difende la poligamia, è la vera causa di tutti i cosiddetti femminicidi e della morte della ragazza uccisa perché non accettava i diktat della famiglia, e della povera Hina Salem, ricordata da Daniela Santanchè: “Quando andai a casa sua (a 500 m da qui) mi colpì la madre, che non era per niente triste per la perdita della figlia, e ogni volta che mi doveva dire qualcosa, prima guardava il figlio e il marito quasi per averne l’approvazione”.

Ecco caro onorevole Romano del PD, se non ci fosse differenza tra Cristianesimo e Islam, non le converrebbe incontrarmi per strada. Per sua enorme fortuna nessun cristiano la tratterà come dovrebbe per darle ragione.

 

 

La cosca.

Come funziona la CUPOLA: Dici che a Budapest c’erano 60.000 tifosi e siccome Budapest è in Europa ma altrove gli stadi sono tenuti vuoto per 3/4… sarà perché hanno Orban e non la mafia… Sospeso una settimana.

Mafiosi! La verità fa male eh?

 

Un libro, un obiettivo, ora vediamo!

Continua l’interessamento per il mio thriller cattolico, sono molto contento che molti lo apprezzino, lo ricevono a casa e postano la fotografia del libro appena scartato.

Mi fa piacere perchè se ho scritto questa storia è per lanciare una sfida a me stesso: potrò gradualmente dire di essere uno scrittore? Potrò cioè realizzare un vecchio sogno che in pratica è nato quando ero bambino e volevo sapere tutto dal tappezziere che applicava i rotoli di carta da parati in casa nostra o dall’operaio dell’Enel che stava piantando il palo della luce davanti alla casa in montagna dei nonni per poterlo raccontare ad altri, e che oggi sto provando a trasformare in realtà?

Sono solo un illuso che non vuole guardare in faccia una realtà che dice che se scrivi romanzi dovrai comunque continuare a cercare di far cassa altrove perchè “carmina non dant panem”?

L’altro giorno per scherzo ho detto che mi manca ancora tanto al milione di copie vendute. La sparata del numero alto serve solo per non porre limiti alla Provvidenza, per far continuare un sogno la cui parte più difficile era scrivere una storia bella e trovare un editore che la apprezzasse. La fase tre la vedevo lontana e dicevo, se riesco ad arrivare lì, poi sarà tutta discesa, perchè sicuramente salterà fuori un bel libro e avrà fortuna. Ora non dico più niente, vedo che c’è un certo interesse, che molti l’hanno acquistato, ma non conosco i numeri, 100, 200, 1000, 50? Chi lo sa! Andiamo avanti, ma voglio ricordare una frase che ho citato altre volte e che mi disse la mamma quando andavo al liceo e non sapevo quale università scegliere perchè non avevo davvero idea di cosa fare e non avevo troppa fiducia in me stesso: “Ricordati che nella vita è importante sapere, è importante fare, è molto importante saper fare ma è essenziale far sapere”. Sono arrivato al livello tre di questo gioco, e alla fase quattro del memorandum di mia mamma: posto che il mio romanzo è bellissimo, e lo dico perchè mi piace, se non mi fosse piaciuto non avrei cercato un editore, ora è il momento del “far sapere”.

Credevo fosse la parte più semplice, invece è ovviamente la più difficile, quindi stiamo a vedere.

Ah, dimenticavo, dovrò cercare un titolo bello come “La Moneta dell’Inganno” per la storia che sto scrivendo e mi sa che chiederò  aiuto ancora una volta a Matteo Orlando, colui che me lo ha suggerito.