Lettera al Giornale di Brescia. 21-01-2019

Signor Direttore,

ho letto l’articolo di Paolo Corsini del 3 gennaio nella rubrica “Commenti e opinioni”, dal titolo “Una rinnovata questione cattolica”.

Al termine di una analisi molto parziale in cui si citano solo alcune frasi di Papa Francesco sul problema dell’immigrazione, eludendone volutamente altre, dove per esempio il Papa raccomanda prudenza, e dopo aver affermato che essendo terminata l’ “era ruiniana” non c’è più spazio per la difesa dei “princìpi non negoziabili” (come se si fosse trattato di un’invenzione estemporanea di qualche cattolico impazzito e non di un riferimento all’insegnamento evangelico), Paolo Corsini si pone una domanda: non essendoci più spazio per una nuova Democrazia Cristiana, “resta tuttavia aperto il problema di quale partito per i cattolici, di quale proposta politica. Tutti gli indizi dovrebbero portare al Pd”.

Innanzitutto vorrei sottolineare che mi sembra poco corretto sbolognarsi dell’era Renzi – Gentiloni affermando, come se niente fosse, che s’è trattato di una “stagione chiusasi con un fallimento”. Ricordo che Renzi è stato nominato segretario in seguito a “regolari” elezioni primarie osannate e proposte come apice della vita democratica di un partito. Se il Pd ha espresso Renzi ci sarà un motivo e la colpa non è certo dei nemici del partito.

Dal 2011, cioè dalla fine del governo di destra, fino al 2018, inizio dell’alleanza giallo-verde, in Italia, in piena crisi economico finanziaria, i governi targati Pd per che cosa si sono battuti?

Legge Scalfarotto, ovvero la reintroduzione del reato di opinione che dalla fine del “ventennio” nessuno s’era sognato di riproporre agli italiani.

Legalizzazione dell’eutanasia, progetto parzialmente riuscito con le D.A.T. e con la vicenda Cappato – Dj Fabo ancora in corso.

Legalizzazione delle droghe, con proposte di legge e l’apertura di centinaia di “cannabis shop” (e il conseguente inascoltato monito del Consiglio Superiore di Sanità sulla pericolosità del Thc).

Introduzione dell’ideologia Gender, bollata da Papa Francesco come “sbaglio della mente umana”.

Divorzio breve e divorzio lampo, ovvero l’offerta di una devastante scorciatoia per distruggere la famiglia senza mediazioni e ripensamenti.

Fecondazione eterologa, attraverso la pressione culturale per la rottamazione della famosa Legge 40, votata dal centro destra, che aveva posto un limite al cosiddetto far-west procreativo.

Utero in affitto, pratica disumana che ha visto tra i suoi sostenitori una larga parte del Partito Democratico capeggiata da Monica Cirinnà e sponsorizzata dall’intera stampa di area Dem, e l’uso di questa pratica fuorilegge da parte di un deputato del Pd mai sospeso né tantomeno “sgridato” da alcun collega.

La cancellazione, in alcune realtà, di “padre” e “madre” dai documenti, sostituiti da “genitore uno” e “genitore due”, nel nome dell’amore e del rispetto di chissà chi, certamente non della legge naturale.

La legge sulle cosiddette “unioni civili”, salutata dal leader del Partito Democratico Matteo Renzi che disse “è un grande giorno per l’Italia”, “oggi è un giorno di festa”, legge che incredibilmente, tra le altre cose, prevede la reversibilità della pensione per le unioni omosessuali ma non per quelle tra uomo e donna. Legge peraltro fatta passare per “emergenza” ma che resta uno dei più clamorosi flop di sempre, essendo stata completamente snobbata dagli italiani e di cui hanno usufruito solo alcune centinaia di coppie, probabilmente sull’onda ideologica del momento.

La lista continua ma mi fermo qui per evidenti problemi di spazio, tuttavia temo che questi “indizi” bastino e avanzino per portare l’elettore cattolico agli antipodi della meta per loro invocata da Paolo Corsini.

Attilio Negrini

 

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