Da “Libertà e Persona” di oggi.
di Attilio Negrini
A Corinaldo, uno degli infiniti stupendi borghi medievali del centro Italia, si consuma una tragedia: muoiono cinque ragazzini e una mamma, schiacciati nella calca fuori da una discoteca. Molti altri rimangono feriti, alcuni in gravi condizioni.
A Corinaldo, un borgo medievale in cui si parla di bellezza, di gastronomia, di buon vino, di monachesimo e quindi di turisti che vengono in Italia per stupirsi davanti a tutto questo bendidio, centinaia di ragazzini accorrono in una discoteca per incontrare il loro idolo. Che cosa c’è di strano, ci siamo passati tutti, ricordo bene quando sognavo l’autografo di Michel Platini o di Dino Zoff.
Purtroppo non è così, questo idolo si chiama Sfera Ebbasta, un rapper, uno di quei ragazzi che ce l’hanno col mondo intero, si mettono a rimare e a parlare accompagnati dalla musica esprimendo il proprio disagio e la propria ribellione.
Purtroppo non è così, lo si capisce bene leggendo i testi delle sue, chiamiamole canzoni. Ne prendo una a caso dal titolo “Hey tipa”, vale la pena riportare l’intero testo:
Hey tipa. vieni in camera con me! Luccico, quando esco per la strada
Luccico, non esco se non ho un completo lucido
la tua tipa mi guarda, ah dubito che voglia solo fare amicizia, mi vuole subito (Wow!) mi vede e dice “WOW”
e le sue amiche “WOW” santarelline ma a me mi sembra Bendhouse
Quanto sei porca dopo una vodka
me ne vado e lascio un post-it sulla porta
Le more, le bionde, le rosse, le mechesate
vestite da suore o con le braccia tatuate
le alternative, le snob pettinate, spettinate sotto le lenzuola ubriache
Le tipe che ho avuto, le tipe che avrò
So che mi vuoi non dire di no
Lasciami il numero e se mi ricordo
magari un domani ti richiamerò
io non lo so cosa ti faccio
però mi cerchi lo so che ti piaccio
sono una merda ragiono col cazzo
oggi ti prendo, domani ti lascio
Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca
quale? quella dell’altra volta
faccio paura, sono di spiaggia
vi faccio una doccia, pinacolada
bevila se sei veramente grezza, sputala
poi leccala leccala
limonatevi mentre Gordo recca
gioco a biliardo, con la mia stecca
solo con le buche
solo con le stupide
‘ste puttane da backstage sono luride
che simpaticone! vogliono un cazzo che non ride
sono scorcia-troie
siete facili, vi finisco subito
“Mi piaci, gioco hard” dubito
di te tipa, che vieni a casa mia con la tua amica
se non è una quinta amica
Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
Dico!
Sfera Ebbasta di nome fa Gionata Boschetti, è nato a Cinisello Balsamo ventisei anni fa. Ha tatuaggi su tutto il corpo, denti e collane d’oro massiccio. Dice: “Mi piace mostrare ciò che ho perché ho conquistato il successo con le mie stesse mani… i soldi sono sempre stati il mio primo obiettivo, un traguardo che ho raggiunto. La Marijuana è nei miei testi perchè ne faccio uso, tutti lo sanno… non c’è nessun idolo che non si droga, quindi perchè io non dovrei farlo?”.
La sesta vittima di questa strage degli innocenti è una mamma che aveva accompagnato il figlio al concerto. Già, perché i ragazzini morti sono quattordicenni e sedicenni, infatti questo “artista” ha molto successo in quella fascia d’età e anche questo aspetto è allarmante e va tragicamente di pari passo con l’iniziazione al sesso e alle perversioni annesse che oggi vengono introdotte subdolamente nelle scuole con la scusa di educare alla diversità e alla tolleranza.
Il marito della povera donna si sfoga: “Erano tutti ubriachi. I miei 4 figli ora sono senza madre…”, facendo emergere una testimonianza di dolore che si aggiunge a quello già evidente ascoltando la cronaca della tragica serata del 7 dicembre 2018.
Ovviamente ciò che è accaduto non c’entra direttamente coi messaggi delle canzoni del rapper milanese, tuttavia l’incidente è stato generato dall’uso di uno spray al peperoncino come già avvenuto in episodi simili negli ultimi anni, sempre a concerti di rapper molto popolari tra gli adolescenti, quindi è evidente come tutto sia strettamene connesso e come tutto sia maledettamente, oggettivamente, male che genera male: dire a dei ragazzini che gli idoli si drogano, far passare il messaggio che usare le ragazze come usa e getta del sesso sia una medaglia al petto, riempire il proprio corpo di tatuaggi e piercing evidenziando il disprezzo per se stessi.
Il bene fa bene, il male fa male, questo messaggio che chi ha costruito Corinaldo portava impresso nel cuore, ha generato una perla del patrimonio culturale italiano, eppure non passa giorno che se si sottolinea questa verità non si venga accusati, come se fosse un’offesa, di essere medievali che si oppongono alla libertà e alle novità: A Corinaldo è andato in onda il dramma della contrapposizione tra civiltà cristiana medievale e società liquida avaloriale costruita sui falsi miti del progresso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Corinaldo è anche il borgo natale di Santa Maria Goretti, l’icona della castità e della purezza, colei che per difendere la propria verginità preferì pagare con la vita.
E allora il luogo della tragedia di venerdì sera assume un significato ancora più evidente e chiama ciascuno di noi alle proprie responsabilità nell’educazione dei propri figli.
Educhiamoli ad apprezzare il bello, a non uniformarsi alla massa, a volare alto, a essere come il bambinoche nella sua innocenza ha il coraggio di dire che l’imperatore è nudo e che i suoi vestiti li vede solo chi non ha il coraggio di dissentire per non essere preso in giro. Facciamo ascoltare ai ragazzi la musica che eleva, offriamo a loro la possibilità di imparare a suonare uno strumento musicale, portiamoli a teatro ad ascoltare Beethoven e Chopin; non risulta che a questi concerti sia prassi ubriacarsi e usare spray al peperoncino, la bellezza parla da sé, non ha bisogno di ulteriori messaggi né tantomeno di sballo.
Mi illudo che il messaggio di questa vicenda possa far breccia nelle coscienze, invece leggo e ascolto che il dito viene puntato esclusivamene contro il sovrafollamento della discoteca che poteva contenere solo 870 persone, invece ce n’erano 1400. E’ certamente vero, ma siamo daccapo, è giusto o sbagliato solo ciò che viene deciso a tavolino, spesso senza logica, da chi scrive leggi e regolamenti. Ecco che così si sposta l’attenzione su ciò che non è giusto o sbagliato in sé ma che viene stabilito arbitrariamente dall’uomo.
E allora continuiamo pure a cantare “mamma, devi stare calma se fumo qualche canna. E sono ancora sveglio quando gli altri vanno a nanna. No, non mi piace la bianca, una pussy nera e una gialla: Esco di casa, ho una scarpa diversa dall’altra, woah” e a seguire l’impronta di queste scarpe, sapendo però che andremo a sbattere.