Feltrinelli tra-licci e capricci.

“Un valzer spensierato per la regina dell’editoria”, “voleva cambiare il mondo coi libri”, “la regina dell’editoria”, “Riusciva a trasmettere il contagio che dà il libro come gioia”, “alla città ha riservato il meglio di sè”. Coccodrilli assai ispirati per la morte di Inge Feltrinelli, ma qualcuno, seppur defunto, non la pensava così, non per pregiudizio ma perchè la Feltrinelli non era come la ricorda la sinistra unita, sempre pronta a celebrare chiunque sia di sinistra, a prescindere. Grande editore, grande scrittore, grande regista, grande attore. Quando muore uno di sinistra è sempre grande. Vabbè, conosciamo la spocchia di questi poveri corifei del nulla. Grandi sbruffoni.

Ma andiamo indietro nel tempo, a pagina 115 de “L’Eskimo in Redazione”, “quando le Brigate Rosse erano sedicenti”, Michele Brambilla pubblica la lista di coloro che il 13 giugno 1971 firmarono un documento pubblicato sull’Espresso in cui il Commissario Calabresi veniva definito “commissario torturatore”, “il responsabile della fine di Pinelli”, l’anarchico che si gettò dalla finestra della questura di Milano.

Tra Giulio Einaudi e Franco Anonicelli, compare il nome di Inge Feltrinelli che, in pratica, fu corresponsabile della morte di Calabresi.

In seguito a questa vergognosa campagna d’odio, Luigi Calabresi venne appunto ucciso.

Ma cosa successe quando Indro Montanelli fu ferito alla gamba dalle Brigate Rosse? “La notizia che in fondo mi fa più piacere è che in due salotti milanesi — quello di Inge Feltrinelli e quello di Gae Aulenti — si è brindato all’attentato contro di me e deplorato solo il fatto che me la sia cavata. Ciò dimostra che, anche se non sempre scelgo bene i miei amici, scelgo benissimo i miei nemici”. Questo il commento di Montanelli in seguito all’esultanza di questi personaggi per il suo ferimento.

Che dire, suo marito era fascista, poi comunista, poi saltò per aria mentre stava piazzando dell’esplosivo sotto un traliccio.

Rispetto per i defunti, rispettiamo quindi anche Inge Fetrinelli ma adiamo piano con i ridicoli peana!

 

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